mercoledì 29 gennaio 2014

L'amore questo bastardo | Recensione su Dazebao News


OMA - “L’amore questo bastardo”, e-book di Sam Stoner, racconta di un single per scelta, che mai rinuncerebbe al silenzio di casa sua, né al vuoto che gli infonde il portarsi a letto “un’estranea a settimana”. Lui, fervente cattolico, é più rassicurato a sperimentare con la moglie del suo migliore amico, anch’essa cattolica praticante,  tutte le posizioni del kamasutra.

Grazie alla giornalista Bruna Alasia per la sua recensione pubblicata sulla testata Dazebao News. E' riuscita a mettere in evidenza alcuni importanti elementi della storia che mi sono divertito a narrare. Al di là delle battute e dell'ironia ha colto la profonda tristezza dell'uomo single, lontano dall'amore. 


lunedì 20 gennaio 2014

Sam Stoner si racconta su Dazebao News


"Roma - Incontro con Sam Stoner, quanrantenne che si affaccia alla ribalta dei nuovi scrittori, in un pomeriggio di pioggia. Ha un'aria riservata e inglese, così diversa dalla maschera della sua pagina facebook che, attraverso stimolanti argomenti di discussione,calamita folle di fans, soprattutto donne..."


Non vale. Così si gioca sporco. Una vera imboscata in stile Stoner. Sì, un'imboscata per farmi parlare di me. Complimenti alla giornalista Bruna Alasia per essere riuscita a sfoderare il suo fascino, oltre alla professionalità, e avermi fatto vuotare in parte il sacco su me stesso. Che volete, il mio ego è particolarmente sensibile agli apprezzamenti. 

Grazie alla testata giornalistica Dazebao News per avermi cortesemente ospitato. 

martedì 7 gennaio 2014

Joyland di Stephen King visto da Sam


Ciao, Sam, gran figlio di puttana. Come butta? So che ultimamente hai battuto la fiacca. In questo blog ci sono le ragnatele, possibile che tu non abbia nulla da dire? Non credo. Ce l’hai eccome. Solo che faresti incazzare un casino di persone se scrivessi quello che pensi. Meglio tacere? Quindi, non mi chiederò il perché dell’assenza di recensioni di romanzi Crime italiani. Non mi chiederò perché alcune stronze scrittrici italiane non compaiono più nei tuoi post.

Né mi chiederò dell’assenza di culi e tette. Non ti sei infrocito, solo che il tuo cuore ha preso parecchie legnate ultimamente. Non provare a negare. Ho le mie fonti. Poi non pubblichi qualcosa a tuo nome da molti mesi. E non dirmi che le questioni di cuore ti hanno distratto.

Uno scrittore non si distrae mai. Così dicono i burocrati della parola, quelli che vanno a peso, quelli che scrivono dalle 18.10 fino alle 19.49 ogni giorno mentre guardano qualche trasmissione televisiva. Tu invece sei in balia del tuo umore, se fossi donna saresti in fase pre-mestruale permanente. Per tua fortuna, invece, le follie caratteriali femminili ti limiti a subirle. Che gran botta di culo…


Copertina italiana
Tornando ai libri, mi sembra che l’ultimo romanzo che ti ha intrattenuto sul water sia  Joyland di Stephen King. Perché non hai scritto nemmeno una riga? Faceva cagare? Certo, altrimenti non sarebbe rientrato nella "playlist da cesso" ma oltre l'effetto lassativo cosa ne pensi?  Anche per te somiglia a Colorado Kid, il romanzo breve senza capo né coda uscito nel 2005? Lo sapevo, ti conosco troppo bene, Sam. Anche quello, come Joyland, presentato come giallo. Secondo te però c’è sempre da imparare dalla scrittura di King. Ok, sono d’accordo ma la storia, quella proprio non va. I personaggi invece funzionano. Come dici? Che ti è piaciuta la descrizione della fidanzata del protagonista, quella che King dipinge come vera stronza, egoista, un po’ troia e superficiale? Ma chi è la bella che ti ha fatto così incattivire, Sam? Per fortuna nel romanzo c’è un'altra ragazza decisamente in gamba, almeno non è come nelle storie di Patrick McGrath lette e amate dalle donne. McGrath, nelle sue pagine descrive tutte le protagoniste in modo pessimo. Demolisce la figura della moglie, della figlia, dell'amica, dell'amante, della madre e si fa amare come autore. Un genio.

Tornando a King, sarebbe bastato inserire durante la storia qualche elemento in più relativo all’omicidio irrisolto e non svelare tutto soltanto nelle ultime pagine. Non solo, invece di ricorrere al trucchetto del paranormale, pur comprensibile, King avrebbe dovuto applicarsi un tantino di più inserendo un piccolo stratagemma per evitare quelle 10 righe finali che trasformano un romanzo giallo in un horror. Avrebbe potuto mantenere il personaggio che è in collegamento con l’al di là senza farlo diventare la “chiave” della risoluzione dell’intrigo. Al massimo avrebbe potuto far parte dell’ingranaggio in modo che il lettore potesse chiedersi se l’elemento paranormale fosse stato determinante o ininfluente. Suggestione? Forse sì, perché tutti i pezzi del puzzle alla fine sarebbero andati al loro posto senza l’aiuto, apparente, di nessuno spirito.
Giuseppe Mallozzi,  amico che divora libri come Sam divora bucatini, ha definito questo romanzo un "Young adult" (genere letterario che tratta temi riguardanti gli adolescenti, scritti in modo tale da essere visti dal loro punto di vista). Direi che ci ha preso alla grande, Sam. Mi fa piacere che anche tu sia d'accordo. Vedo però che non molli la presa, da vero fan di King dici che solo lui avrebbe potuto elevare un "Young adult" a pregevole giallo. Insomma un'occasione mancata per il Re.      

Sam, è tempo di muovere le chiappe e scrivere, altrimenti ti farò assaggiare la punta dei miei stivali. Che dici? Io non indosso stivali? Cacchio vuol dire, la frase ha un altro effetto con gli stivali. Mai letto Thompson o Crumley? Certo che sì, sei stato tu a farmeli conoscere. Ok, ti lascio alle tue cose, non ti incazzare. Se proprio vuoi sfogartela chiama la tua bella. 

Vaya con Dios, amigo.

Joyland
Stephen King
Sperling & Kupler
Anno 2013
351 pagine
Traduzione Giovanni Arduino
Euro 19,90