Enemy farsa di un film

 

locandina del film Enemy

di Sam Stoner Philip

Enemy” del regista Denis Villeneuve (tratto dal romanzo “L’uomo duplicato” di José Saramago).

SINOSSI  “Enemy” ha come protagonista Jake Gyllenhaal, interprete di due personaggi identici ma dalle personalità opposte che scoprono a vicenda l’esistenza dell’altro. Una perfetta e incomprensibile riproduzione di sé. Con l’attore americano ci sono MélanieLaurentSarah Gadon e IsabellaRossellini.

 RECENSIONE  Vediamo come quello che potenzialmente poteva essere uno splendido film si trasforma in “una farsa”.

Copertina del libro di Josè Saramago dal titolo L'uomo duplicato















La fascinazione del doppio è indubbia ed è su questo che gioca le sue carte Saramago nel suo romanzo e poi Villeneuve nel film. Trasposizione cinematografica, però, incapace di sfrondare, ripulire, in sede di sceneggiatura, il romanzo da quelle piccole imperfezioni che presenta l’opera scritta. Ma Villeneuve fa di peggio, perché va a modificare proprio la sola parte che funziona, il finale.

Eppure le premesse c’erano tutte. Infatti la pellicola cattura l’attenzione fin dall’inizio e mantiene un adeguato livello di suspense fino al momento in cui uno dei due sosia (Anthony) dice all’altro (Adam) che dovrà accoppiarsi con la sua compagna…

Sarebbe stato più appropriato uno scambio di ruoli condiviso e non imposto da una parte e senza una reale spiegazione. Sembra un capriccio artificioso e pretestuoso dello sceneggiatore che però lo eredita da Saramago, riportando nella sceneggiatura un mero artificio narrativo funzionale allo svolgimento della storia ma che lascia il lettore/spettatore interdetto, poiché la richiesta di Anthony cade dall’alto facendo un rumore assordante. Un fracasso infernale in una narrazione fino a quel momento capace di procedere diretta in punta di piedi.

foto di  Jake Gyllenhaal nel fil Enemy

Il punto è che Anthony dovrebbe rappresentare la parte negativa di Adam e Adam quella positiva di Anthony. Tuttavia Villeneuve sembra incapace di mostrare un reale figlio di puttana, un bastardo cresciuto e pasciuto che pur sposato esercita violenza psicologica sulla moglie, che è violento con chi lo contraddice, che manipola le persone per ottenere ciò che vuole. No, il regista mostra solo un uomo leggermente diverso da Adam, che è invece mite e timido. E questa “leggera” differenza non giustifica lo scambio di ruolo imposto.

Ci si chiede cosa avrebbe fatto Hitchcock (precedente nobile con “La donna che visse due volte”), oppure Brian De Palma o ancora meglio David Lynch.

 

IL FINALE

Poi ecco arrivare il finale. (Attenzione spoiler)

Finale che precede di un paio di secondi i titoli di coda. E mentre scorrono lo spettatore aggrotta la fronte e si chiede: “Cosa cazzo mi è sfuggito?”. 

Non sa, lo spettatore, che dovrà spulciare il web alla ricerca delle recensioni che “spiegano” il finale.

Bello vero?

Qualcuno che deve spiegare un finale. Come se lo spettatore fosse un idiota capitato per caso in sala, privo di qualsiasi cultura cinematografica/letteraria/filosofica di base.

La realtà è che se è necessaria una pletora di articoli che spiegano cosa accade è perché il regista ha toppato il finale. E non importa quale sia l’intento, non ha preso una buca ma è sprofondato in una voragine.

Ecco il Finale: trasformazione della moglie di Anthony in un ragno gigante...

foto del finale del film Enemy


Sì avete capito bene, un cazzo di ragno gigante nero e peloso. Ora, pur comprendendo la citazione (La metamorfosi di Franz Kafka, anche se sarebbe più calzante Arack Attack del 2002, un B movie spassoso) nessuno ha detto a Villeneuve che sarebbe bastato qualcosa di più elegante e leggero, e che una trasformazione splatter a cacchio è come una torta in faccia tirata addosso ad Amleto dopo aver pronunciato “Essere o non essere”. In un attimo si passa dalla pura arte alle comiche. Ci sarà una ragione se solo Kafka si può permettere di inserire blatte giganti in una narrazione restando nel più alto ambito filosofico letterario… chiunque altro si permetta di farlo accede di diritto alla galleria dei comici, o presunti tali.


È anche vero che nella locandina è presente un ragno e quindi questo utilizzo potrebbe sembrare giustificato. Ma non lo è. Il ragno è metaforico e questa lettura dovrebbe emergere dalla narrazione cinematografica. Nella locandina de Il Padrino si vede una mano che tiene i fili del titolo come un burattinaio tiene i fili del burattino, ma non è che nel film Marlon Brando o Al Pacino si vedono guidati dall’enorme mano del destino le cui funi calano dal cielo… è una metafora.

parte della locandina del film Il Padrino

Altra occasione persa è il mancato coinvolgimento della mamma di Adam, l’ottima e sempre affascinante e inquietante Isabella Rossellini.

 

l'attrice isabella rossellini in un momento del film enemy

CONCLUSIONI

Non riesco a non pensare ad altri film come ad esempio I Guardiani del destino basato sul racconto Squadra riparazioni di Philip k Dick oppure il film The Box basato sull’omonimo racconto di Richard Matheson… per non parlare di tutta la serie “Ai confini della realtà…. Sofisticatissime storie dal finale sempre incerto ma anche congruo e capace di suscitare non solo stupore ma anche portare a riflessioni profonde su ciò che è la (non) realtà nella quale viviamo.

In questo caso il finale di Villeneuve è così ambiguo da suscitare da una parte stupore e dall’altra un senso di disgusto, e poi sonore risate. Altro che riflessioni.

Lo so, ci sarà qualche eccelsa mente, culturalmente elevata, capace di cogliere immediatamente la metafora dell’essere imbrigliati dalla vita e le responsabilità sociali come se fossero la tela di un ragno dal quale si viene poi divorati, sempre metaforicamente. E so anche che si tratta di quei cazzoni di compagni delle elementari che a dieci anni invece di leggere fumetti leggevano i quotidiani, pipa in bocca. Ora adulti e cazzoni e pseudo-intellettuali.

La verità però è una sola: Denis Villeneuve ha toppato. Alla grande. L’intento era nobile (era) ma la messa in scena davvero pateticamente grottesca. Una farsa.

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locandina italiana del film Enemy















Regia Denis Villeneuve
Interpreti 
Jake Gyllenhaal: Adam Bell / Anthony Claire
Mélanie Laurent: Mary
Sarah Gadon: Helen Claire
Isabella Rossellini: madre di Adam
Titolo originale: Enemy
Genere Thriller - Canada, Spagna, 2013
Durata 90 minuti
Fotografia Nicolas Bolduc
Musiche Danny Bensi

TRAILER CLICCA QUI


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