giovedì 26 maggio 2011

MariaGiovanna Luini, Cosa fanno le tue mani

L’autrice ci regala, nella sua ritmica, compulsa, trascinante scrittura, una nuova storia di donne. Di un amore malato, perverso, doloroso al quale Anna, la protagonista, sembra non poter rinunciare. Da una parte Luca, il male, dall’altra Paolo, il bene. Al centro, una donna forse malata, comunque incapace di comprendere se stessa.
Ma questo romanzo si distingue, oltre che per l’attenta indagine psicologica anche per essere il primo libro rappresentato in forma di video romanzo per non udenti in LIS (Lingua Italiana dei Segni). Il video, interpretato da un’attrice madrelingua sorda in LIS è fruibile sul web gratuitamente, sul sito della scrittrice
www.mariagiovannaluini.it/eros 

Pubblicato su E42 Magazine – numero marzo/aprile 2011
http://www.e42magazine.com/sfoglia/2011_02.php



Cosa fanno le tue mani
MariaGiovanna Luini
Historica Edizioni
Anno 2011
€ 15.00

venerdì 20 maggio 2011

I guardiani del destino di Philip K. Dick

Aprile ha visto l’uscita del racconto Adjustment Team dal quale è stato tratto il film I guardiani del tempo ora nelle sale cinematografiche. Il racconto presenta la suggestiva e fantasiosa interpretazione del Destino da parte del prolifico Philip K. Dick, considerato uno dei più importanti autori della narrativa americana del secondo dopoguerra. Le opere di Dick sono caratterizzate da un'irrequieta indagine sui temi della realtà, della simulazione e del falso, della teologia cristiana, della storia. Considerare Dick un autore di fantascienza denota gretta conoscenza della letteratura mondiale. A Fanucci Editore il merito di pubblicare la sua intera produzione. http://www.fanucci.it/

Titolo: I guardiani del destino e altri racconti
Pagine: 218
Prezzo : € 14,00
Traduttori: Maurizio Nati, Sandro Pergameno, Paolo Prezzavento
Editore: Fanucci

martedì 17 maggio 2011

La prostituzione all'Eur - PuttanTour


di Sam Stoner

Non si capisce perché all’interno dei folder e dei cd che presentano il Secondo Polo Turistico di Roma, l’Amministrazione Capitolina si sia dimenticata di inserire i servizi sessuali offerti dal prestigioso quartiere razionalista. A ben vedere, le prostitute sono le prime estimatrici di questo polo architettonico. È forse questo l’intento del Comune di Roma? Promuovere il quartiere tra le prostitute di tutto il mondo. Ma non vogliamo pensare male e ci fidiamo delle dichiarazioni ufficiali da parte degli organi Istituzionali che parlano di una seria difficoltà ad arginare la prostituzione.
In effetti, il Sindaco di Roma Gianni Alemanno ci sta provando, le ordinanze ci sono state come pure il coordinamento delle Forze dell’ordine in base al Patto per Roma Sicura, ma in assenza di una nuova legge nazionale capace di fornire nuovi e più efficaci strumenti di contrasto c’è ben poco da fare. E l’Eur lo sa bene. È, infatti, da sempre uno dei luoghi prediletti dai “professionisti del sesso”. Sì, professionisti, perché qui all’Eur sembra che di sfruttamento della prostituzione ce ne sia ben poco. Difficile credere che gli scambisti che di notte si aggirano nel parcheggio dell’Archivio di Stato siano sfruttati, come pure per alcune attempate prostitute vicino il laghetto. Diverso è il discorso per le baby prostitute. Queste si trovano numerose intorno la Basilica di Ss. Pietro e Paolo. Mendicanti del sesso a pagamento, tenute d’occhio dai “papponi”, così si chiamano a Roma coloro che gestiscono e sfruttano le ragazze che si prostituiscono.


Ristorante Il Fungo - Roma Eur

Ci sono anche i transessuali, che però prediligono il Fungo come luogo di smercio, forse per il fallico simbolismo espresso. Insomma, un quadro alquanto svilente per l’Eur, presentato nelle più prestigiose fiere congressuali internazionali come il Secondo Polo Turistico di Roma. E lo sarà, ci assicurano al Comune di Roma. Lo speriamo. Intanto, però, i nostri ragazzi che la sera rincasano dopo la pizza, si trovano nel bel mezzo di un luna park del sesso.
Per sapere come ci si sta muovendo a livello municipale, abbiamo raccolto la dichiarazione di Pietrangelo Massaro, Consigliere del Municipio Roma XII Eur e Presidente della Commissione Sport e Cultura.
“La prostituzione rappresenta uno dei più grandi problemi presenti sul nostro territorio. E infatti già da tempo l’Amministrazione Capitolina si sta muovendo per attuare una politica che contrasti questo fenomeno. Come amministratore locale - dice Massaro - mi sono sempre sentito in dovere di occuparmi di questa vicenda che interessa soprattutto il quartiere dell’Eur. Qualche mese fa mi sono fatto promotore di una raccolta firme dei cittadini al fine di sensibilizzare tutti i livelli istituzionali: se non sono sufficienti gli interventi degli organi locali, allora occorre approvare delle leggi che consentano alle forze dell’ordine di intervenire efficacemente sulla prostituzione. Sono convinto che sarebbe assolutamente necessaria la convocazione di un tavolo istituzionale volto a individuare soluzioni concrete: un tavolo cui dovranno partecipare le Istituzioni competenti in materia di sicurezza, rappresentanti delle forze dell’ordine e gli organi politici del Municipio Roma XII Eur.”

© tutti i diritti riservati – Pubblicato su E42 Magazine n. 2/2011


A fianco, la mappa dettagliata del PuttanTour. Luoghi, orari e servizi sessuali offerti da prostitute, transessuali, omosessuali, scambisti, coppie, over 60, under 16 a Roma Sud. Mancano solo cavalli,  pecore e somari. Cliccare sulla mappa per vederla in alta definizione.




domenica 8 maggio 2011

Pensierino del giorno

Degradarsi. Buttarsi nel cesso. Farsi del male senza neanche sapere perché ma nel mentre si va avanti senza pausa. L’unica azione portata avanti con determinazione della vita. Tutto a metà, affetti, famiglia lavoro istruzione progetti passioni desideri. Tutto a metà ,a ma non il perseverare nell’annientare se stessi. Un azione solitaria che segue vie sotterranee, e solo tali perché ce l’abbiamo messe noi nel nostro sotterraneo; in fondo, dove nemmeno noi possiamo vederle nel momento in cui ci costringiamo a dimenticarcene.


Nel mentre, il tempo passa, le tacche del contaTempo scorrono sulle aste di ferro con il loro shhhhhhhhh. E non c’è modo di riportarle indietro. Vogliamo che vadano avanti. una cinque dieci venti fino a quando possiamo commiserarci delle occasioni fallite che non possiamo più recuperare. Perse, distrutte, sgusciate via come un salmone appena pescato che incautamente si tiene tra le mani.

Crogiolarsi nell’insuccesso. Rotolarsi nel fango fallimento. Pescare in sé le attenuanti in grado di mantenerci in vita come vegetali, sospesi tra la vita non vissuta e la morte temuta. Limbo per geni frustrati. Eterno e immobile.

sabato 7 maggio 2011

Saturday Nightmares Horror &Sci-Fi Expo.


Dal 3 al 5 giugno si terrà la seconda edizione del Saturday Nightmares Horror &Sci-Fi Expo. Una tre giorni dedicata al cinema horror ospitata dallo Sheraton Meadlowlands Hotel, al numero 2 di Meadowslands Plaza (East Rutherford, New Jersey, USA).

Prestigiosi e numerosi (ben sessanta) gli ospiti dell’Expo. Tra gli invitati Martin Landau, Tippy Hedren, Bruce Stern e Barbara Steele, noti al grande pubblico per essere i protagonisti di capolavori cinematografici quali Uccelli e Marnie, Ed Wood, Il pozzo e il pendolo e Black Sunday, solo per citarne alcuni.

La manifestazione aprirà con l’incontro delle Star con il pubblico, per il solito bagno di autografi, seguirà poi la proiezione di tre capolavori: Uccelli, La notte dei morti viventi e Martin. Le tre pellicole saranno introdotte dai protagonisti delle stesse.

Il programma completa della manifestazione al sito ufficiale
http://www.saturdaynightmares.com/


mercoledì 4 maggio 2011

La solitaria vita dello Scrittore

di Sam Stoner

Qual è la vita di uno scrittore Noir?
Nel mio immaginario dovrebbe essere simile a quelle dei personaggi che descrive, lo scrittore Noir dovrebbe vivere in ambienti le cui atmosfere richiamano quelle dei suoi romanzi. La realtà è un’altra.

.Il mondo Noir è dentro lo scrittore,
non fuori.
ciò che lo circonda è desolazione,
soprattutto sociale.

Lo scrittore Noir non è un gran frequentatore di salotti, feste, cocktail, aperitivi, cene… diciamo la verità, lo scrittore Noir fa un vera e propria vita del cazzo!
Logico che poi se la sfoghi sulla pagina. Prendiamo ad esempio Sam Stoner. La sua giornata tipo.
Deve andare a lavorare, quindi al mattino raggiunge in auto l’ufficio che ha vicino casa. Il suo ufficio è composto da tre persone. Tre persone che vede ogni giorno per anni, e che spera di continuare a vedere perché vorrà dire che Sam ha un lavoro. A una certa ora stacca e torna a casa in auto. Venti minuti di tragitto.
A casa legge e scrive fino a cena (non che ci sia tutto questo tempo per farlo). Poi guarda qualcosa di interessante in tv, soprattutto le serie americane e sbircia nel pc in cerca di notizie di cronaca nera interessanti. Va a dormire relativamente presto per svegliarsi altrettanto presto al mattino, solitamente prima dell’alba, per scrivere.
E così comincia una nuova giornata.
Non incontra molte persone, tranne che al supermercato. Oppure nelle sere che partecipa a presentazioni o mostre d’arte. Non frequenta bar malfamati. A Roma non ci sono i bar che si possono trovare nel Village o a Soho. Al massimo c’è il baretto con la sala biliardo di Tor Bella Monaca, ma è bene non entrarci se non si è del luogo. Si rischia la vita.
La sola persona con la quale Sam scambia quotidianamente il saluto è una prostituta. Si vedono un paio di volte al giorno tutti i giorni. Salutarla è diventato più un gesto di cortesia che altro.
Insomma, diventare uno scrittore Noir non è stata poi una così grande pensata. L’uccello di Sam è diventato taciturno e scorbutico. Sam comincia a prendere informazioni sulle associazioni che assistono donne affette da ninfomania. Le probabilità di una trombata dovrebbero aumentare considerevolmente, comunque più che non nel corso di ceramica proposto dal municipio.
Potrebbe darsi all’alcol, ma poi non potrebbe scrivere, solo Hemingway riusciva a farlo pur essendo ubriaco fradicio. Così continua a percorrere le sue giornate, una dietro l’altra, parla solo con i suoi personaggi fraternizzando con le future vittime. Nel mentre, considera l’opportunità di prendere un caffè con la prostituta, il solo essere umano che non scivola sui finestrini della sua auto e nella sua fantasia.
Che vita del cazzo quella dello scrittore Noir.

©2011 by Sam Stoner

lunedì 18 aprile 2011

EL GRINTA



di Sam Stoner

Il West.
Così come deve essere.
Sporco. Ruvido. Cattivo. E capace di prendersi per il culo.
Che agghiacciante piacere vedere bambini applaudire allo spezzarsi del collo degli impiccati, come pure vedere il West nei catarrosi sputi sulle assi di legno sudice e scricchiolanti dei portici di Fort Smith, dove si ammazza per non essere ammazzati, dove si ammazza per soldi, dove si ammazza per aver infranto la legge. In quel lembo di Frontiera, la vita non vale niente, anzi sui cadaveri ci si ride. 
Chalrles Portis e John Wayne
Tutto questo è possibile grazie ai Cohen, capaci di prendere il romanzo di Charles Portis (True Grit, romanzo a puntate uscito per la prima volta nel lontano 1968 sul Saturdat Evening Post e pubblicato in Italia da Giano Editore) e soffiarci dentro la vita.
Sì, perché questo è l’adattamento di un romanzo, non un remake.
El Grinta dei Cohen non è un lifting al volto segnato di Frontiera del Duca (John Wayne, protagonista del film di Hathaway del 1969 n.d.r.).
No, si tratta di un noir alla Donald Westlake o alla Elmore Leonard. Un noir che si prende davvero poco sul serio. Un risultato cinematograficamente perfetto che poteva essere vanificato. I due fratelli, infatti, dovevano maneggiare il sacro West, e le cose avrebbero potuto complicarsi non poco se avessero spinto il pedale verso la loro ben conosciuta surreale comicità nera. E invece hanno dato solo un lieve tocco “Cohen” alla già ironica lettura del West di Portis. Già, perché Portis ama e sbeffeggia il West in egual misura. Basta dare un’occhiata alla copertina originale del suo romanzo del ‘68, che invece di pistoleri, sceriffi e pallottole vede ritratta una ragazzina, la stessa che nel film ha il volto di Hailee Steinfeld. E che mette in riga con le sue taglienti parole pistoleri, ranger e uomini di legge. La sua interpretazione magistrale viene esaltata dai dialoghi, feroci e spumeggianti, ironici e duri.
Sono molte le letture di questo capolavoro, c’è il Cinema, quello con la C maiuscola: dialoghi, appunto ma anche le puntuali musiche di Carter Burwell, la fotografia decisamente noir di Roger Deakins, scenari notturni da togliere il fiato, atmosfere fiabesche e colpi di scena spietati.
Ma è l’anima del film, che tutto trascina verso il sublime, è l’anima nobile della Donna incarnata dalla Steinfeld.
Jeff Bridges, invece, è l’anima nera e cialtrona. Quella che usa la legge per ricavarci quel che può ma che ha un cuore, anche se ben nascosto sotto il fetore del sudore, dell’alcol e del cinismo. Un cuore che proprio la ragazzina riuscirà a scovare e portare alla luce.
Come del resto accade ogni giorno tra uomini e donne, fin dall’inizio dei tempi. Quella stronza di Eva a parte, ovvio.
Molti hanno parlato di El Grinta come di un western classico, ma non si vede un saloon, emblema della filmografia western. La verità è che ai Cohen non serve, loro dipingono il loro West, ed è un West che rimane dentro.
Evidente, e apprezzabile, l’omaggio dei Cohen al più grande western mai realizzato: Gli spietati, di e con Clint Eastwood. I Cohen, infatti, chiudono El Grinta ricostruendo la stessa scena che apre e chiude Gli spietati. A voi scoprire quale.

I Cohen hanno studiato.
Corbis li ha elettrizzati e ispirati.
Una sola visione non basta.
Non si raggiungono le “dovute” cinque visioni degli Spietati, ma almeno due sono d’obbligo.

Copyright 2011 © by Sam Stoner

SCHEDA FILM
REGIA: Joel Coen, Ethan Coen
SCENEGGIATURA: Joel Coen, Ethan Coen
SOGGETTO: Dall'omonimo romanzo di Charles Portis che fu già alla base del western con John Wayne
ATTORI: Jeff Bridges, Hailee Steinfeld, Josh Brolin, Matt Damon, Barry Pepper, Paul Rae, Jarlath Conroy, Domhnall Gleeson, Elizabeth Marvel, Ed Corbin, Dakin Matthews, Joe Stevens, Leon Russom, Mary Anzalone, Bruce Green (II), Brian Brown, Mike Watson

FOTOGRAFIA: Roger Deakins
MONTAGGIO: Roderick Jaynes
MUSICHE: Carter Burwell
PRODUZIONE: Scott Rudin Productions, Skydance Productions
DISTRIBUZIONE: Universal Pictures Italia
PAESE: USA 2010
GENERE: Drammatico, Western, Avventura
DURATA: 110 Min
FORMATO: Colore 2.35 : 1 Sito Italiano
Sito Ufficiale



SCHEDA ROMANZO
Charles Portis

Titolo: Il Grinta
ISBN 978-88-625-1077-6
Pagine 190
Euro 15,00
Collana: Blugiano
Link Editore






martedì 12 aprile 2011

L'Italia e il suo Noir da baretto


di Sam Stoner

Tutti parlano di globalizzazione, di contaminazioni, di abbattimento dei stantii confini.
In Italia, però, nel Noir si vuole affermare il Noir italiano.
E cos’è il Noir Italiano?
Ma soprattutto, c’è davvero l’esigenza di un Noir italiano?
In ambito letterario, l’Italia dovrebbe essere conosciuta nel mondo grazie a scrittori con i contro cazzi eredi di Dante, Boccaccio, Pavese. Certo, c’è chi dice che La Divina Commedia sia uno dei più grandi Noir, come lo sono le tragedie di Shakespeare e Sofocle, per non parlare di Kleast.
Ma se è così, mi chiedo: come si fa a chiamare noir le solite stronzate con il solito sfigato ispettore con il vezzo di artista che ama la cucina e non ha famiglia? Forse ne ha parlato Dante e non me ne sono accorto?
La verità è che il Noir italiano non esiste. E se continuiamo di questo passo diventeremo una macchietta ridicola agli occhi del mondo. Il nostro Noir sarà “avvertito”, “sentito” come gli ormai stereotipati “pizza e mandolino” o “mafia e spaghetti”; il Noir invece dovrebbe avere radici nella Cultura e nella Storia italiana, in questa che è la culla della Civiltà mondiale. Un Noir capace di reinterpretare l’anima italiana, anche se si tratta di un racconto ambientato in Cambogia.

Sembrerebbe migliore la situazione del poliziesco italiano.
Certo le radici qui ci sono, basta dare un’occhiata al secolo scorso Gadda, Sciascia, Scerbanenco. Ma nel ventunesimo secolo dove sono i giovani autori (sotto i cinquanta/sessanta) capaci di raccogliere l’eredità di questo terzetto?
Ed ecco che tra gli scaffali si trovano polizieschi confusi ed edulcorati, molti dei quali non resistono a farci la morale, mandarci un “messaggio” positivo. Un poliziesco buonista persino di fronte ai serial killer, buonisti anche loro, ovviamente; mai sanguinari come quelli che ci regala la cronaca e che farebbero mangiare la polvere ad Hannibal.
Di fronte a questa farsa, sarebbe meglio disseppellire il poliziesco italiano del novecento, persino quello cinematografico di Maurizio Merli e Franco Nero, quello bastardo, scoglionato, stronzo, cialtrone e sanguinario. Il poliziesco Nostro, riconosciuto persino da Quentin Tarantino. In Italia abbiamo più di un paio di scrittori capaci di farlo rivivere, ma non si applicano, forse distratti dalle richieste di editor che farebbero bene ad andare a vendere collanine sulla spiaggia invece che scaldare i loro inutili culi su poltrone inadatte ad ospitarli.

Alle nuove leve del Noir/Poliziesco italiano, come già detto, viene richiesto, sempre e comunque, di sfornare racconti e romanzi ancorati alla tradizione italiana. Non quella letteraria o culturale nobile, come accennato, ma quella del cortiletto o del baretto, della piazzetta, del paesello italiano (purché non ci si avvicini a Sciascia, per carità. C’è bisogno di novità!) cancellando con un colpo di spugna secoli di Sacro Romano Impero con una Roma capace di regnare sul mondo, annullando le imprese di Colombo, le opere di Leonardo, Michelangelo, Bernini, il Rinascimento, addirittura il più recente neorealismo del dopoguerra e persino, udite, udite, Isabella Santacroce. Che il cielo li perdoni!
Nessuno sa quale sia questa “tradizione Noir italiana”. Si sa soltanto che bisogna onorarla, servirla e ficcarla nei racconti e romanzi. E allora ecco che questi poveri cristi di nuovi scrittori forzano la loro scrittura verso i più beceri stereotipi italiani: i dialetti. Cazzo, questi sono italiani. La cucina. Cazzo, questa sì che è italiana. E via di questo passo, procedendo alla cieca.

Negli USA chiedono Thriller, Noir, Hard Boiled, Mistery e non importa dove sono ambientati e chi è il protagonista, purché ci sia la Storia o il personaggio. E sfondano. Non a caso tra i migliori racconti Mistery Usa si trova sempre almeno un racconto ambientato all’estero e con protagonisti stranieri o addirittura scritti da stranieri che si sono trasferiti in territorio statunitense; un esempio è Garry Graig Powell, cresciuto in Inghilterra e negli Emirati Arabi. Un suo racconto ambientato a Dubai e con protagonista una cinese è stato selezionato da Jeffrey Deaver (quello a cui leccano le chiappe quando stringe la mano a Faletti per ringraziarlo di tradurre i suoi romanzi in italiano e poi metterci il suo nome) per l’antologia The Best American Mystery Stories 2009.

Qui da noi, invece, se uno scrittore italiano ha la fortuna di crescere in Europa (a mio immodesto avviso, per evitare lo scimmiottamento del Mystery americano basterebbe richiedere Mystery di ambientazione Europea) e decide di ambientare un racconto a Bruxelles, può anche chiuderlo nel cassetto, a meno che non lo trasferisca nella… Ludigiana. Mica si scherza.
Qui si tratta di grandi teste di… che guidano l’ambiente editoriale Noir italiano. Scusate, non grandi teste, ma piccole, provinciali. Anzi, rionali.
Perché non dobbiamo dimenticarci che qui in Italia siamo… globalizzati. Anche nel Noir.

A frate’, fammene ‘n’artro che ciò la gola secca. ‘sta cazzo de convescion italiana de noir nun finisce più. Quest’anno pe’ fa’ le cose in grande, se so presi er baretto. Li mortacci loro…”
Copyright 2011 © by Sam Stoner



 

 

martedì 15 marzo 2011

Un'altra corona per il Re del Brivido


Stephen  King è stato selezionato come vincitore del titolo Mason Award 2011 dal Fall for the Book Festival alla George Mason University di Fairfax, VA. Il premio gli sarà consegnato il 23 settembre 2011 a una cerimonia durante la quale dovrebbe leggere estratti dai suoi libri per 30/45 minuti. Un appuntamento immancabile per i suoi affezionati. Fairfax non è male in settembre. Vi consiglio di farci un pensierino.

domenica 27 febbraio 2011

Il Cigno Nero

La pellicola si propone come candidata a peggior film dell’anno. Portman magistrale. Trama inesistente.

di Sam Stoner


La storia: Nina è una ballerina del New York City Ballet che sogna il ruolo della vita. Incalzata da una madre frustrata, si sottopone a un allenamento estenuante sotto lo sguardo esigente del coreografo Thomas Leroy, deciso a farne una fulgida stella, Leroy le assegna la parte della protagonista nella sua versione rinnovata del “Lago dei cigni”. Sul palcoscenico Nina sarà Odette, principessa trasformata in cigno dal sortilegio del mago Rothbard. La ricerca ossessiva del suo lato oscuro (il cigno nero) e della consapevolezza della propria sessualità la condurranno verso l'autodistruzione.

Recensione. Nella sala, il grande Noiosaurus aleggia imperioso. Sfiora le teste degli spettatori, regalando loro, a ogni discesa, un lieve stordimento che fa loro abbassare le palpebre e ondeggiare il capo. Altre volte, invece, dona irritazione di fronte a quello scempio di pellicola che l’incomprensibile, o meglio comprensibile solo a se stesso, Darren Aronofsky ha voluto regalare al mondo.  La trama sembra essere scappata in qualche isola tropicale. L’intreccio si dice che sia stato corrotto dall’uomo invisibile. Allo scorrere dei titoli di coda nessuno si muove, come solitamente avviene. Tutti restano al proprio posto, chiedendosi che razza di film sia quello per il quale hanno speso due ore del proprio tempo e il prezzo del biglietto. E come se ci fosse un inconscio rifiuto ad ammettere di essere stati fregati. Perché di questo si tratta, di una truffa. Trailer notevole, protagonisti di tutto rispetto, regista premiato e titolo evocativo di atmosfere hitchcockiane purtroppo perdute nella cinematografia del ventunesimo secolo. E, guardando questo insieme di immagini ( mi rifiuto di chiamarlo film e sarebbe un’offesa definirlo documentario) si capisce quanto sia lontano dal giallo. A dirla tutta, non solo dal giallo ma anche dal thriller, dal dramma, dall'horror e da ogni genere conosciuto.

La sola nota positiva è l’interpretazione della Portman. Davvero notevole. Vale da sola il prezzo del biglietto. A dire la verità si ha il sospetto che il film sia stato costruito attorno a lei, o meglio, attorno alle sue doti interpretative per confezionare una sorta di megaspot di recitazione destinato al mondo. E visto sotto questo aspetto il tutto funzionerebbe alla grande. Il titolo dovrebbe essere: Natalie Portman: la nuova Star di Hollywood. Ad uso e consumo dei suoi fan.

Curiosità: La Portman nuda e in mutandine mentre si masturba nel letto sono due chicche da vedere.

Voto al film: 0

Interpreti: Portman da Oscar

Regia: vedi sceneggiatura

Sceneggiatura: c’è una taglia su Darren Aronofsky, Mark Heyman e John McLaughlin. Se li vedete sparategli e incassati i dollari che ci sono sulle loro teste.





lunedì 14 febbraio 2011

Divagazioni Noir a L.A.


Per KCRW, Kevin Roderick dal LA Observed.

Se Los Angeles ha un genere letterario natale, avrebbe dovuto essere noir fiction. Pensate a tutti i cinici detective, gli occhi privati e risolutori di mistero freelance che associamo con LA.
Philip Marlowe, che passa sul Wilshire Boulevard tra le insegne al neon che animano una città disperata.
Jack Nicholson nel ruolo di Jake Gittes in Chinatown, che si ritrova con il naso a fette per essersi imbattuto contro la parte sbagliata di L.A.
Harry Bosch, il personaggio di Michael Connelly, che prende in giro i suoi capi corrotti al LAPD, mentre teneramente cerca prostitute che gli ricordano sua madre assassinata.
Un sacco di losangelini sono scrittori di cuore. E si scopre che molti di loro hanno dentro di loro una storia di mistero pronta a saltar fuori.
Ero cosciente del fatto che questo fosse qualcosa di innato, ma ne ho avuto piena consapevolezza solo quando il mio collega, lo sceneggiatore Eric Estrin, ha lanciato il LA Observed Script Project, invitando il lettori a contribuire a scrivere un film noir ambientato a Los Angeles.
Poche settimane dopo il lancio del LA Observed Script Project, il Los Angeles Times ha lanciato una sorta di chiamata di lettura. Si tratta di Birds of Paradise, che si può definire una storia noir-ish.
Siamo lusingati dell’imitazione, ma ci sono alcune differenze. La nostra è una sceneggiatura che potrebbe, un giorno, diventare un film, la storia del Times è più che altro un romanzo. La loro è una breve corsa, in programma a fine settimana prossima con il Festival di libri presso la UCLA. La nostra sceneggiatura andrà avanti. Finché, come dice Eric, la storia è fatta.

Perché sai quello che si dice. Ci sono milioni di storie nella città nuda, e questa sarà una di quelle.


Traduzione dall'inglese di Sam Stoner

lunedì 31 gennaio 2011

Sam Stoner nel Mary Shelley Project



Cos'è il Mary Shelley Project? Lo saprete a tempo debito.
Per il momento, gustatevi le poesie cimiteriali, i dipinti maledetti, i racconti infernali, gli autori immortali, le leggende, le atmosfere gotiche...
Posso solo farvi una promessa, c'è la metteremo tutta per alimentare i vostri peggiori incubi.
http://www.maryshelleyproject.com/


Sam Stoner

mercoledì 26 gennaio 2011

Darling Jim di Christian Mork


In una casa la polizia trova tre cadaveri: due ragazze seviziate e sottopeso (poi si scoprirà essere due sorelle) e una più in là con gli anni, la zia-carceriera. Un impiegato postale troverà per caso il diario di una delle due sorelle che ci racconta cosa è accaduto.

Le note in copertina recitano: "Christian Mork seduce e incanta con la potenza del suo racconto" NEW YORK TIMES BOOK REVIEW
Si vede che quel giorno la redazione del NYTBR stava festeggiando con l’ennesimo bicchiere della staffa...
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