NOTE BIOGRAFICHE
Nasce il 1° agosto. Anno e luogo sconosciuto.
Si dice che abbia passato parte dell'infanzia a Tijuana (Messico), cittadina nella quale i suoi genitori italo-ebrei-cattolici americani erano impegnati a indagare per un giornale locale di San Francisco sugli illeciti traffici di droga di una ditta di import-export.
Negli anni Ottanta segue la famiglia in Italia, in Umbria, in quella che si può considerare una forzata vacanza, per evitare a papà Stoner un’incriminazione per associazione a delinquere ordita da alte sfere politiche per porre fine alla sua lotta alla droga e alle sue continue lotte civili.
Dopo qualche anno la famiglia Stoner si trasferisce a Roma.
Dopo qualche anno la famiglia Stoner si trasferisce a Roma.
A seguito dell’illuminazione ricevuta dalla lettura di On the road di Kerouac abbandona gli studi e si dedicata a vagabondare prima in Europa (con una particolare predilezione per la Francia) e in Russia, divorando Camus, Balzac, Baudelaire, Kleist, Mann, Kafka, Krauss, Cechov, Dostoevskij e poi negli Stati Uniti, leggendo tutte le opere di ogni autore americano, da Swift a Ellroy. Sosta a New York, dove si trovano molti suoi parenti. Questa città è, come da sempre afferma Stoner, “la culla di ogni mia opera”.
Dopo aver sparso in due continenti il suo prezioso seme assicurandosi una considerevole prole che mai conoscerà, e dopo una mistica esperienza nel deserto messicano, torna in Italia, il Paese, come ricorda sempre lui, "nel quale sono le mie radici". Si ferma a Firenze per approfondire gli studi su Dante. Decide di scrivere in italiano, lingua che gli consente di appropriarsi di una musicalità e una completezza di pensiero che non gli riesce con l'inglese.
Torna a Roma. Della Capitale ama il cibo, il clima, la sua capacità di essere una metropoli immersa nella storia, la sua filosofia del dolce far niente e la giovialità dei suoi cittadini.
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