L’ultima vendetta con Liam Neeson, un film lento, lentissimo… roba da stracciare le palle e farci delle presine da cucina.
Prima di passare agli aspetti più spassosi e incomprensibili vi dico subito che questo doveva essere un western; anzi no, doveva essere un film sulla mafia; anzi no, doveva essere un film sul conflitto nord irlandese; anzi no, doveva essere un film di vendetta personale… bel minestrone vero? In effetti, difficile fare di peggio. Ma passiamo subito ad analizzare il perché dello scarso, debole e confuso minestrone.
Robert Lorenz |
Vista la mancanza di pellicole che parlano del terrorismo nelle verdi terre d’Irlanda, il regista Robert Lorenz, con grande furbizia, utilizza, come apertura, il pretesto dell’IRA, ossia la deflagrazione di una bomba all’inizio del film in un vicolo anonimo (ma si dice che sia Belfast e sapete che basta questo nome ‘per far titillare i peli nelle parti intime della critica cinematografica degli pseudo scribacchini autoreferenziati). Una trovata che nella totalità delle quasi 2 ore di pellicola dura meno di un peto di Biden, ma il risultato è assicurato facendo gridare al Capolavoro la quasi totalità dei critici cinematografici.
Volete qualche esempio? Ecco i titoli:
“Da manuale la scena d’apertura del film”
“Il realismo, l’intensità, la tensione di questo momento rimandano insieme a Belfast e a Bloody Sunday.”
“un thriller solido e avvincente”.
"L'ultima vendetta è un western d’Irlanda che lascia sullo sfondo i grandi schemi per concentrarsi su personaggi obbligati a scavare dentro sé stessi".
Ora, chi ha visto il film penserà che questi “critici” invece di vedere il film abbiano chattato per tutta la durata della proiezione con qualche “signorino” del dark web per trattare sul prezzo delle prestazioni da ricevere in qualche peccaminoso talamo improvvisato o che siano stati impegnati a litigare in chat con il partner reo di aver sodomizzato il loro maglioncino in cashmere. È probabile. Come probabile che siano stati destati dalle impegnative chat dalla deflagrazione iniziale, unico vero sussulto che regala il film, ma solo per i decibel diffusi.
Perché il regista ha deciso di non realizzare un western come sarebbe dovuto essere? Perché non voleva mettersi a confronto con il leggendario “texano dagli occhi di ghiaccio”, SUA MAESTÀ Clint Eastwood.
Clint Eastwood |
Perché cito Clint? Perché Robert Lorenz ha collaborato con Eastwood in oltre 20 film, come produttore, aiuto regista e regista. Il confronto con i western di Clint sarebbe stato immediato. Tuttavia, se fosse stato un western avremmo avuto una linearità di eventi che invece qui non ci sono ed ecco il necessario ricorso all’IRA, alla mafia, alla vendetta personale… richiami ovviamente del tutto fuori luogo.
Vi ricordate l’inizio “Gli spietati”di Clint Eastwood? Una terra desolata, desertificata, roba da far impallidire qualsiasi inferno. E chi abitava quelle terre? Gente più dura del cuoio. Lorenz trasla il tutto in Irlanda. Terra spettacolare che il regista decide di annichilire riducendo quelle magnifiche distese verdi a un mucchio di sassi grigi e fin qui potrebbe anche andare bene (come metafora del carattere del popolo che abita quelle magnifiche terre) se non fosse che il “grande regista” ci ficca dentro solo “allegrotti” irlandesi (stanno sempre a ballare e a raccontare barzellette come nei saloon del West), quando tutti sanno che gli irlandesi sono i duri dei duri, gente che ti spezza in due con uno sguardo e se è vero che sanno essere anche divertenti soprattutto dopo 20 pinte di birra è anche vero che non perdono mai quella loro spietata forza caratteriale che nel film manca. C’è solo lui, il caro Liam (Neeson) del tutto fuori parte, con una espressione che si può avere solo se qualcuno ti ficca un dito là dove non batte il sole. E sia chiaro, io adoro Liam Neeson e ho visto tutti i suoi film più e più volte. So bene che non si contraddistingue per una mimica facciale da “Re Lear” ma comunque le sue espressioni sono sempre adeguate ai personaggi, cosa che qui non accade.
Leam Neeson |
Caro Liam (Neeson) questo è:
Uno dei tuoi peggiori film.
Uno dei tuoi peggiori personaggi.
Una delle tue peggiori interpretazioni.
E quindi ci si chiede… perché Liam hai girato questo… “coso”?
Ma la stessa domanda si potrebbe fare al resto del cast, basti citare nomi strepitosi come Colm Meaney e ancor più ai due attori shakespeariani come Ciarán Hinds e Kerry Condon (tutti irlandesi). Loro, sì, perfetti nei personaggi interpretati ma del tutto slegati, ci regalano magistrali prove attoriali ma che restano isolate. Si gode della loro interpretazione ma quando escono dallo schermo tutto finisce.
Vogliamo parlare della colonna sonora? Chi non ha visto il film penserà che sia qualcosa di epico. Ebbene, no. Solo un bel violino da saloon western . E c’è pure l’armonica di sottofondo alla Sergio Leone. Per il resto del film solo silenzio. Quello dei sassi o dei primi piani di Liam il cui volto dice: “Cazzo ci faccio dentro questa pellicola…”.
Altro aspetto da considerare la scarsissima fotografia che va a braccetto con un montaggio lentissimo e delle riprese da saggio di fine anno in una mediocre scuola cinematografica. Siamo lontanissimi da film come “Di nuovo in gioco” (2012) diretto da Lorentz con Clint Eastwood come protagonista.
E allora cosa è successo in questo minestrone? È accaduto che volendo piegare una storia nata per il profondo West con cowboys e paesini di frontiera, nessun evento aveva più una sua logica e così è stato necessario mischiare le carte ficcandoci il terrorismo, la mafia, la vendetta… proprio come potrebbe fare un prestigiatore, solo che a confronto Robert Lorenz fa apparire il mago Forest come il più abile illusionista della storia.
Voto : Sotto Zero
L’ULTIMA VENDETTA
Regia di Robert Lorenz
Con Liam Neeson, Kerry Condon, Jack Gleeson, Ciarán Hinds, Colm Meaney, Desmond Eastwood.
Titolo originale: In the Land of Saints and Sinners.
Genere Thriller - USA 2023
Durata 106 minuti
Uscita cinema mercoledì 17 luglio 2024 distribuito da Vertice360.