Sinossi. In una casa la polizia trova tre cadaveri: due
ragazze seviziate e sottopeso (poi si scoprirà essere due sorelle) e una più in
là con gli anni, la zia-carceriera.
Un impiegato postale troverà per caso il diario di una delle due sorelle che ci racconta cosa è accaduto.
Un impiegato postale troverà per caso il diario di una delle due sorelle che ci racconta cosa è accaduto.
Le note in copertina recitano:
“Christian Mork seduce e incanta con la potenza del suo
racconto “ NEW YORK TIMES BOOK REVIEW
Si vede che quel giorno la redazione del NYTBR stava
festeggiando con l’ennesimo bicchiere della staffa.
Lo so, state pensando che ci sia una leggera supponenza
in questa affermazione. Ma non è così, per rendersene conto basta leggere le
prime pagine di Darling Jim. Regna una confusione degna del miglior scrittore
alle prime armi. Medici legali che in pochi secondi, solo con un’occhiata, ci
dicono con quale arnese sono stati uccisi i cadaveri raccontandoci anche come
si sono svolti i fatti. Ma siamo generosi e non buttiamo nel cesso Mork per
questo scivolone iniziale. Del resto, l’idea alla base del romanzo è davvero
intrigante. C’è solo un particolare, Mork non ci dice come il diario sia potuto
uscire dalla casa e come siano morte le tre donne. Lo so, sono un po’ troppo
pignolo. Dovrei godermi la storia senza pormi domande inutili, quindi con
pazienza vado avanti ed ecco che nel secondo capitolo Mork allieta la lettura
con una chicca: due pagine fitte di nomi di disegnatori di fumetti (l’impiegato
postale ha questa passione). A me non può fregare di meno e probabilmente anche
a molti altri lettori ma tutto sommato
mi dice bene, Mork non è appassionato di botanica come Giorgio Faletti che nel
suo primo romanzo ci ha ammorbato con 20 pagine di piantine e fiori.
Finalmente l’impiegato delle poste comincia a leggere il
diario e qui Mork ci sorprende davvero: quelle che dovrebbero essere le memorie
di una ragazza incarcerata, seviziata e destinata a morire sono in realtà più
briose e scoppiettanti della prosa del diario di Bridget Jones! Solo che non è
Helen Fielding a scrivere, ma tale Mork. Ed ecco arrivare le solite donne che
somigliano ad adolescenti ribelli (le sorelle, le loro amiche, le loro
conoscenti, le poliziotte…) con le loro infatuazioni, il loro sesso, le loro
fantasie. Tutto in perfetto stile Harmony-gotico, tanto caro alla letteratura
italiana.
Troviamo il bello e dannato con il ciuffo e la moto, la
sorella con gli anfibi e il trucco dark, la ninfomane-ninfetta, la palpitante
eterna ragazzina che si innamora. Insomma, tutto il trito e ritrito repertorio
ormai più stantio del formaggio nel frigo del cadavere obeso in Seven.
La vera forza di Darling Jim è che quando pensi di aver
letto il peggio, ecco arrivare pagine che si spingono ancora più in là
assumendo gli abiti della farsa. Purtroppo, la sua prosa, a tratti piacevole, e
l’idea iniziale originale non riescono a sostenere l’inconsistente struttura di
un romanzo che non si capisce in quale direzione voglia andare. C’è anche da
dire che la redenzione non appartiene a Mork. Dopo la scellerata follia
narrativa perseguita con ostinazione per quasi 300 pagine, Mork, invece che
chiedere perdono e lasciare il lettore con un finale credibile e una prosa
asciutta, ci dà dentro con un burlesque letterario sorprendente.
La musica parte ed ecco che gli splendidi copri-capezzoli
argentati di Mork prillano come la ruota di un criceto in overdose da insalata.
Un affettuoso pensiero a Giorgio Puleo, il traduttore, che ha dovuto cimentarsi
con un testo la cui consistenza è più fragile dell’anca di una ultra centenaria
affetta da osteoporosi. Se volete sesso, amori adolescenziali, gelosie,
sotterfugi femminili, machi che incantano alla tenue ombra di un mistero allora
questo è il vostro romanzo. Per chi volesse un vero thriller o un vero giallo,
consiglio di orientarsi decisamente altrove.
Titolo: Darling Jim
Autore: Christian Mork
Editore: Marsilio (collana farfalle)
Pag: 378
Traduzione: Giorgio Puleo
Prezzo di copertina: € 18,00