mercoledì 7 dicembre 2011

L'ombra noir di Sam Stoner nell'antologia Paesaggi letterari



Era la vita che avevo sempre voluto e che adesso non mi interessava più. Una parte di me era rimasta nel corpo freddo e ammaccato di mia madre. Una parte di me era due metri sottoterra chiusa in una bara di mogano a far da pranzo e cena per i vermi.”

Linea d'ombra, il mio raccnto presente nell'antologia Paesaggi Letterari,  è un piccolo gioiello noir. Uno dei racconti a cui sono più affezionato e nel quale è possibile ritrovare molti dei temi a me cari: la famiglia, la violenza, la vendetta, la perdizione, il rimorso, il terrore, l'ingenuità perduta, l'amore che sfugge e costringe a compiere gesti efferati. Siamo in campagna. La notte è protagonista, come sono protagonisti il sangue e la terra. E la Linea d'ombra, quella che separa il bene dal male. La sola linea capace di muoversi nella nostra anima permettendoci di essere cattivi e puri nello stesso tempo.
Paesaggi letterari era il contesto perfetto nel quale incastonare questo gioiello. Ringrazio Historica e Francesco Giubilei per averlo reso possibile. Ringrazio Helen Esther Nevola per averlo ispirato.

Sam Stoner


Titolo: Paesaggi Letterari
Editore Historica Edizioni
Anno: 2011
Genere: Antologia di racconti 
Autori: AA. VV.
Prezzo : Euro 16,00
Per acquistarlo: librerie e Ibs

sabato 3 dicembre 2011

THE WRITER: Sam Stoner | Sulla rivista BEAUTIFUL!



Copertina di Sam Stoner


"Sfilò la fede e se la mise in tasca.
Del resto non si trovava lì come padre e marito, ma come single. Così c’era scritto sulla sua pagina di Facebook che lei aveva letto per più di un mese.
La pioggia batteva sul parabrezza. L’abitacolo era caldo e accogliente come sperava che fosse la sua passera.
Guardò l’orologio. Lei era in ritardo. Un’ora e sua figlia sarebbe uscita da scuola. Altro che scopata, con quel tempo risicato non avrebbe rimediato più di un pompino."


Pompino fulminante, è il racconto breve scritto per la rivista BEAUTIFULl! (http://www.beautifulcontrocorrente.com/) della talentuosa editrice e cara amica  Francesca Ancona che ringrazio per l'invito.L'irriverenza che contraddistingue la rivista mi ha ispirato questobreve racconto che offre una visione Noir, cinica e irriverente, di un incontro clandestino. Uno sguardo cattivo e impietoso, sia per lui e che per lei. Spero riusciate a cogliere l'aspetto grottesco della situazione. Una situazione che molti di voi avranno vissuto e vivranno. Magari sarebbe potuto toccare a voi, o chissà, la prossima volta finirà proprio così. Fateci un pensiero.Un caro saluto, Sam.

- per leggere sulla rivista Beautiful clicca qui

mercoledì 23 novembre 2011

Itinerari Noir: Marilù Oliva



Titolo: Fuego

Regia: Corpifreddi (Enzo”Bodycold” Carcello, Daniela Contini)
Protagonista: Marilù Oliva
Presentazione: sabato 12 novembre 2011
Caffè Letterario Books & Brunch - Roma

Capita di conoscere più i protagonisti dei romanzi che gli scrittori.
Così, capita di pensare che Ellroy sia un fottuto omofobo, razzista fascistoide e fuori di testa come i suoi protagonisti… ok, non l’esempio giusto visto che lui è proprio così. Oltre che essere un genio del cazzo. Ad ogni modo, andando alla presentazione di Fuego di Marilù Oliva mi aspettavo di trovare la versione ben pettinata e sorridente della Guerrera, la protagonista del romanzo. Per mia fortuna, adoro essere sorpreso.
Sono le 18.30. Entro nel locale. È pieno di gente. Libri, volti noti, vagiti. Sulla mia sinistra pile del romanzo di Marilù.
Faccio un passo verso il cesso per liberare la vescica messa a dura prova dai primi freddi romani ma vengo fermato dal romanzo. Con una voce femminile, indisponente e un po’ stronza mi dice: - Tu sei Sam, lo scrittore col nome del cazzo.
- Bello il tuo - rispondo. - Che ti rode?
- Vietato entrare senza il romanzo, ecco che mi rode. Tira fuori i soldi.
Smollo le banconote e con il romanzo sotto il braccio vado in bagno.
Uscito, leggero e temprato, prendo posto. A pochi metri da me un tavolo da conferenza e microfoni. I Corpifreddi accerchiano una bruna dagli occhi vivaci e un sorriso che molti prenderebbero per irresistibile, in effetti lo è ma non voglio darle soddisfazione.
Inizia il fuoco delle domande. Nel mentre sposto il portafoglio prima che qualcuno me lo freghi. Intorno a me solo scrittori. Gentaccia.
Marilù incanta, sciorina, declama. Confessa la propria ossessione per la scrittura. “Scrivo sempre appena ho un minuto. Lo stile migliora con il tempo”. Altre domande. Enzo “Bodycold” non la risparmia, come se fosse stizzito da qualcosa. È probabile che la Marilù, a pranzo, gli abbia fregato un cannellone di troppo. Lo capisco, io ucciderei per un rigatone in meno, figuriamoci un cannellone.
“Dalle donne che scrivono noir ci si aspetta sempre la caduta chick-lit. Non nei miei romanzi.”
La Contini la incalza. Marilù risponde a tono. “La Guerrera è come se diffondesse l’atmosfera nera nel romanzo. Il suo male di vivere che pensa non sia guaribile. Ma combatte comunque.”
Marilù legge qualche pagina. Le fiamme crepitano. Il Fuego. “Nel primo romanzo il tema centrale era la vendetta. Qui è il fuoco. Il fuoco non si può spiegare per la sua entità. Rappresenta ciò che non riusciamo a cogliere.”
La parola passa a Simone Caltabellotta, qui in veste di editor. È seduto nel pubblico. Sarà stato la spina nel culo di Marilù, penso, invece lei lo incensa. Poi scopro il perché. Il segreto è in una frase “Ho detto a Marilù che doveva rischiare”. Comincia a piacermi il lavoro di editor. Meglio che fare lo psicologo.
La Contini pensa a combinare inciuci, vuole sapere quale detective farebbe vorticare le ovaie alla Guerrera. Marilù non ha alcun dubbio: “Dexter Morgan”. Ci sarà un terzo romanzo con la Guerrera? “Finché il personaggio ha qualcosa da dire, lo farà”
Criptica.
La presentazione è terminata. Ci mettiamo in fila come in chiesa, invece di ricevere l’ostia consacrata da un prete, aspettiamo qualche ghirigoro sul romanzo. Io spero mi scriva il suo numero di telefono. Il mio fascino fa cilecca. Poi capisco il perché. L’attenzione di Marilù è tutta per il piccolo angelo che chiama a gran voce la poppata. Non posso competere. Rimedio comunque un sorriso.
Quello irresistibile. Be’, questa sera è andata più bene.

© 2011 by Sam Stoner


Titolo: Fuego
Autore: Marilù Oliva
Editore: Elliot Edizioni
Anno:2011
Pag. 256
Prezzo di copertina:16,00 euro

martedì 15 novembre 2011

Intervista gastronomica a Sam Stoner

Sam Stoner - Angie Cafiero
"Intervista gastronomica a Sam Stoner eclettico e misterioso personaggio, le sue passioni gastronomiche e non solo…" Angie Cafiero  ( http://www.angiecafiero.it/ )

Visto il mio idillio con il cibo, come potevo dire di no alla cara amica Angie quando mi ha proposto di sottopormi al fuoco incrociato delle sue domande gastronomico-letterarie. E così, tra pizza, Amatriciana e dolci, eccomi cucinato per bene, pronto per essere gustato dai vostri sofisticati palati.
Devo dire che di solito le interviste sono un po’ rognose, questa invece è stata divertente. Ho parlato di scrittura, di cibo, di donne. C’è altro nella vita per cui valga la pena vivere? Non per me.
Buona lettura e tenete a portata di mano qualcosa da addentare, alla fine avrete fame.

CLICCA QUI PER LEGGERE L'INTERVISTA

lunedì 14 novembre 2011

Il Manipolatore di Michael Robotham

di Sam Stoner

Un grande primo capitolo.
Fulminante. Non per quella stronzata scritta in quarta di copertina della donna nuda con due scarpe rosse e la scritta puttana sul ventre in bilico su un ponte, ma per la scrittura.
Michael ci sa fare. Soprattutto nel capitolo di apertura. Scrittura pervasa da ironia, incastonata in una cornice noir di prima qualità. Nessun eccesso strambo, nessuna forzatura, solo una atmosfera sospesa e avvolgente. Cupa. Nera quanto basta.
E ci sa fare con i personaggi. Il protagonista, il professor Joseph O’Loughlin, fa un’entrata degna di una star di Hollywood. Leggi di lui nel primo capitolo e dici a te stesso che un personaggio così sei disposto a seguirlo anche nelle viscere della Terra.
Ed è proprio questo che succede. Si continua a leggere per lui, il professore. Poi entrano altri personaggi, tutti nitidi, mai forzati. Persino quello più caratteristico, l’ispettore Veronica Cray, riesce maledettamente credibile. Forse mi è simpatico grazie alle battute che Robotham gli mette in bocca, chissà. Ma c’è una cosa da dire, sono battute che funzionano.
Il cattivo, invece, è stereotipato al massimo. Avrò letto un 30% dei capitoli a lui dedicati, sono noiosi.
Riguardo la storia sono cazzi.
Sì, perché quando si mette una donna nuda su un ponte con un cellulare vicino l’orecchio e poi si fa saltare giù si ottiene un primo omicidio grandioso. Ma solo questo. La prima cosa che si pensa è che qualcuno abbia rapito il figlio della vittima. Non si scappa. Risulterebbe poco credibile il suicidio di qualcuno dopo la comunicazione che ha perso il frullatore a causa della mancanza di un bollino della spesa.
Quindi, plot prevedibile. Nessun giallo da scoprire.
Tuttavia, non mi sento di bocciare il romanzo. Si legge bene, è scorrevole, strappa sorrisi, i personaggi sono piacevolissimi, la moglie del protagonista è una zoccola patentata e mi piace come Robotham sgretola questa tipologia di zoccola, la più subdola.
Interessante anche la professione del protagonista, uno psichiatra. Siamo abituati a detective e ispettori con capacità intellettive da premio Nobel (ridicoli), almeno qui il protagonista è uno psichiatra e quindi l’analisi comportamentale trova un suo perché.

Se siete degli scrittori vi consiglio di studiare bene i personaggi di Robotham, per la storia fate riferimento ad altri autori.


© 2011 by Sam Stoner



Il Manipolatore
Michael Robotham
Traduzione di Sonia Comizzoli
Fanucci Editore
Anno 2010
Pag. 590
Thriller psicologico
La carta è gialla e i caratteri di stampa sono grandi. Ottima facilità di lettura.

lunedì 31 ottobre 2011

L'inferno su Thrillerpages





"C'è una strada. C'è sangue. Pistole e lame. Bravi ragazzi e ossa che si spezzano. Se per voi è troppo poco, levatevi dai coglioni e andate a leggervi i vostri cazzo di cataloghi di lingerie nel cesso." Sam Stoner

 
Pensavo di essere fuori di testa fino a quando non ho incontrato Diego Thrillers. Così folle da concedermi una pagina del suo sanguinolento blog (http://www.thrillerpages.blogspot.com/).
E così, ecco sfornato un racconto duro e tosto, decisamente Noir ospitato nella prestigiosa cornice "Racconti" del blog di Thrillerpages. Troverete anche un'agghiacciante colonna sonora ad accompagnare la lettura.
Ringrazio Diego Thriller per l'ospitalità nel suo Blog, la scrittrice di gialli nonché mia cara amica  Cinzia Giorgio per l'editing (anche se non sempre seguo tutti i suoi consigli) e ringrazio  Barbara Marin per il supporto e per la composizione della copertina.
 
Buona lettura
Sam Stoner


http://www.thrillerpages.blogspot.com/


mercoledì 12 ottobre 2011

Il 27 ottobre il nuovo racconto del Re



Nel numero 117 del magazine Granta (http://www.granta.com/) in uscita il 27 ottobre dedicato all'Horror sarà possibile leggere il racconto di Stephen King "The Dune". La rivista è in lingua inglese.

La trama.
Harvey Beecher, un ex giudice della Corte Suprema della Florida dice al suo avvocato di 'The Dune', una duna di sabbia misteriosa su un'isola senza nome non lontana dalla costa del Golfo di proprietà della sua famiglia. Aveva visitato l'isola all'età di 10 nel 1932, dopo che suo nonno, un farabutto e speculatore terriero che aveva creato la fortuna di famiglia, gli aveva detto che il tesoro di Barbanera sarebbe potuto essere sepolto lì. I viaggi verso l'isola diventano una dipendenza quotidiana, da quando "The Dome" rivela ad Harvey molte predizioni...
Buona lettura.

Per ordinare su Amazon on line clicca qui

lunedì 10 ottobre 2011

THE HOLE allo Stabile del Giallo

Se volete crepare di paura andate a vedere The Hole allo stabile del giallo.

C’è solo un termine èper definirlo: claustrofobico.

Viene voglia di alzarsi e scappare fuori la sala alla ricerca del cielo. Sapere di essere liberi e non imprigionati insieme ai cadaveri
Merito della regia (Gigi Palla che ha curato anche l’adattamento), della scenografia, delle musiche, degli attori.
Adattamento magistrale. Inimmaginabile. Un Gigi Palla ispiratissimo.
I ragazzi sul palco sono la perfetta rappresentazione dell’odierna generazione. Una massa di perdenti sfigati che non combineranno un cazzo nella vita, ma che alla fine ce la faranno ugualmente grazie ai soldi dei genitori.

Da qui si intuisce la genesi del romanzo di Guy Burt.
Credo che Guy a scuola fosse uno sotto botta. Incazzato con i belli e bulli della scuola che lo mettevano sotto e lo tenevano ai margini della vita sociale.Così si mise a scrivere non un romanzo ma un modo per farli fuori. La scrittura è catartica. Per nostra fortuna Guy decise di esplorare l’omicidio dei suoi compagni solo sulla carta regalandoci un gran bel romanzo, non tradotto in Italia grazie alla lungimiranza di questi quattro coglioni di editori.
Bisogna anche dire, che se Guy avesse ammazzato degli studenti come quelli da lui descritti non avrebbe fatto un gran danno. Anche se sarebbe preferibile sacrificare i genitori piuttosto che la prole inconsapevole.
Ad ogni modo, The Hole vale tutto il prezzo del biglietto.
Se volete sapere cosa è il teatro horror, che vi fa stringere le chiappe, andate a vedere The Hole.
Alla fine c’è la consolatoria pasta e lenticchie, davvero di gran pregio, accompagnata con del buon viso rosso. Una carezza ben accetta.

In scena fino al 23 ottobre al Teatro Stabile del Giallo di via al Sesto Miglio, 78
Tel. 06 33 26 27 99

venerdì 30 settembre 2011

Le regole della truffa

Se quando entrate in una sala cinematografica sperate di vedere qualcosa capace di allontanarvi dal berluscanesimo asfissiante, dalla crisi, da amanti esigenti, dalle mogli pressanti e mariti assenti, da capi stronzi e dalla stipsi cronica che perseguita i vostri intestini, allora dovete assolutamente vedere
Le regole della truffa!
Eh sì, perché questa pellicola riuscirà a strapparvi risate esplosive, vi intrigherà e vi regalerà pura azione e dialoghi fulminanti.
Metteteci questo inizio:
un uomo arriva allo sportello di una banca per farsi cambiare dei soldi. Mentre un'avvenente cassiera lo sta servendo, il locale è messo sotto assedio da due diverse bande di rapinatori sorprese della reciproca presenza
spruzzateci sopra un po’ di Agatha Christie (Trappola per topi e Dieci piccoli indiani), e mescolate il tutto con la verve degli sceneggiatori di Un giorno da leoni (Jon Lucas e Scott Moore), assoluto capolavoro brillante.
Non solo, metteteci un Patrick Dempsey straripante, logorroico e folle, circondato da un manipolo di fuori di testa: la bella fascinosa (Ashley Judd), il maniaco sessuale, i delinquenti cialtroni (straordinaria la coppia di Burro e Marmellata), gli assassini, le spie, l’FBI.
Cosa avrete?
Ritmo adrenalico, gag coheniane, personaggi tarantiniani.
Capovolgimenti di scena continui, intrigo e finale a sorpresa.
Le regole della truffa è già un classico.
Uno di quei film capaci di far ridere anche alla decima visione.
Il tutto sullo sfondo di un giallo da risolvere in fretta, prima che tutti muoiano. Anche se a ogni morte si ride di gusto.
Nota di merito va a Daniela Altomonte che ha adattato i dialoghi in italiano. Un lavoraccio. Perché tutto è veloce, brillante, immediato. Da evidenziare il monologo dello scassinatore colto ebreo. Una chicca che potrebbe stare in un romanzo di Roth o di Richler.
Comunque, se dopo aver visto il film nascerà in voi il desiderio di insultare la Altomonte perché non vi ha fatto ridere abbastanza, potrete soddisfare il vostro bisogno contattandola su Facebook. Lo stesso vale per eventuali complimenti o appuntamenti galanti, decidete voi. Io ci ho già provato, ma la tipa è tosta, almeno quanto i suoi dialoghi.
Tanto per capirci la tizia ha “dialogato” : “E.R. - Medici in prima linea", "Cold Case - Delitti irrisolti", "Alias", "Nikita", “Law & Order”, “Senza traccia”, "The Wire", “Prision Break”.
http://www.danielaltomonte.it/


Alla prossima,
Sam Stoner



Trailer italiano
http://www.youtube.com/watch?v=h1aTdqeW8Uc

martedì 6 settembre 2011

Italian Noir e Sam Stoner











di Sam Stoner

Ci sono periodi neri. Be’, questo è uno di quelli. Il fatto che Italian Noir sia uscita proprio ora la dice lunga.
Sì, Italian Noir è femmina.
È un’antologia che ha partorito 37 racconti.
Ha delle gran belle tette per allattare tutti questi autori. Non li conosco di persona, tanto per capirci non siamo andati a puttane insieme né con le donne autrici ho scambiato fluidi corporali, ma una cosa è certa, ci sono gran bei racconti.
Se non credete a me, noto cialtrone capace di adularvi solo per fregarvi qualche spicciolo, potete credere alla più attendibile coppia Noir Gisella & Giuseppe, curatori dell’antologia (Gisella Calabrese e Giuseppe Mallozzi n.d.r.).
Sopra a tutti, però, la grande chioccia, ossia “I sogni di Carmilla” (http://www.isognidicarmilla.wordpress.com/ ), l’Associazione che ha indetto il concorso e autoprodotto l’opera. Lo so cosa state pensando, che da quelle parti gira roba tagliata male. Può essere, ma una cosa è certa loro, come me, amano il racconto.
Perché il racconto è veloce, poetico, duro. Uno schiaffo in faccia come quello che si potrebbe ricevere da una compagna indispettita. Uno schiaffo che forse può far male, ma che sicuramente fa pensare.
Il mio racconto si intitola Espiazione. Il sottotitolo potrebbe essere: “Quando il destino si diverte a giocare con la vita e la coscienza di questi ridicoli esseri umani.” Sì, perché quello che accade al protagonista di Espiazione potrebbe accadere a chiunque. E chi può sapere quale potrebbe essere la vostra reazione?

“È faticoso picchiare a morte un uomo, o meglio è faticoso picchiarlo con l’intenzione di uccidere. L’essere umano è resistente, molto più di quanto si creda.”

Questo è uno dei tanti pensieri del protagonista del mio racconto. Lui, vittima e carnefice. Perché nel mio mondo Noir nessuno recita un solo ruolo.
Tutto sarà svelato nelle ultime righe, quando ormai sarete sicuri di sapere. Mi piace sorprendervi. In realtà non si tratta di nessuna verità svelata, quello che offro è solo un punto di vista differente.
Perché a volte basta solo spostarsi di qualche metro per scorgere ombre che sarebbe meglio lasciare sepolte…
E adesso levatevi dai piedi.  Sam Stoner (6 settembre 2011)
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Per acquistare la versione cartacea o scaricare il pdf 
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Fabrizio Cennamo, uno degli autori di “Italian Noir”, ha realizzato il
booktrailer dell’antologia,  in cui fa un omaggio a tutti coloro che hanno partecipato con i loro racconti, come appunto il sottoscritto.
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Titolo: Italian Noir.  (Antologia di racconti).  Autori: Autori Vari.  Pagine 240.  ISBN 978-1-4478-4471-6.  Prima edizione sett. 2011.  Lingua Italiano. . Copyright Associazione Culturale "I Sogni di Carmilla".  (Licenza standard di copyright).  Dimensioni cm14.8×21.0.  Editore: Lulu.  Acquisto: Online Formato ebook  euro 6,00.  Formato cartaceo  euro 16,00

domenica 21 agosto 2011

De Cataldo. Romanesco criminale


di Sam Stoner

Eh sì, ci sono romanzi e romanzi. Ci sono dialoghi e dialoghi. Come ci sono autori capaci di restare su una pagina per settimane, e autori che “machissenefrega” di badare a tutto. Quel “tutto” che troppe volte in Italia viene lasciato così com’è. È proprio questo che accade ai dialoghi di Romanzo Criminale di De Cataldo.
Per chi non lo sapesse, il romanzo si ispira alla vera storia della banda della Magliana e che operò a Roma tra la fine degli anni settanta e inizio anni ottanta.
Parlamo de romani, dei più gran fiji de ‘na mignotta della Capitale.
Ma De Cataldo ha deciso di non curarsi troppo del linguaggio dei protagonisti, non tenendo conto di un fattore che io considero fondamentale: la lingua è il personaggio. Cosa ne sarebbe di un Montalbano che parla un italiano perfetto? Ma voglio essere onesto, i protagonisti romani di Romanzo criminale non parlano un italiano perfetto perché ogni tanto si trova un digressione romana, come: mo’ (adesso oppure molto), famo (facciamo), annamo (andiamo).
Ne esce un parlato a dir poco ridicolo. La prova? Leggete i dialoghi ad alta voce, sentirete arrivare alle vostre orecchie qualcosa di stonato, e se siete di buonumore – anche se vista la scena politica ed economica attuale sarà difficile - potreste anche farvi una sana risata.
Di sicuro non ha alcuna responsabilità Bruno Pari, ringraziato dall’autore per le lezioni di “romanità”. Non poteva certo costringere De Cataldo a scrivere le battute in romano.
Chi non avesse letto il romanzo ma visto solo il film non capirà di cosa parlo. Infatti gli sceneggiatori del film, Stefano Rulli e Sandro Petraglia, hanno ritoccato tutti i dialoghi rendendoli più fluidi e aderenti alla realtà, anche perché se non l’avessero fatto non sarebbe stato possibile trovare un attore disponibile a recitare quel ridicolo idioma partorito da De Cataldo.
Certo, così facendo De Cataldo risulta chiaro e leggibile in tutta Italia, con il vantaggio di essersi risparmiato un infame lavoro sui dialoghi, sarebbe stato complicato trovare una scrittura romanesca capace di arrivare anche a un triestino. Tuttavia, Camilleri ne avrebbe da dire in proposito, come pure Gadda e il suo “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana”, nel quale i protagonisti parlano romanesco. Un romanesco protagonista di un romanzo che ha valicato i confini romani fino ad essere considerato un grande romanzo italiano.
Lo so, De Cataldo non è Gadda, ma è bene ribadirlo. E, soprattutto, non dimenticarlo.


Giancarlo De Cataldo
2011 by Sam Stoner



Romanzo Criminale
Einaudi - Euro 19,00
pag. 625
 








martedì 19 luglio 2011

Cem & Tery Cafe



Cem &Tery Cafe è un breve racconto che ho deciso di regalre gratuitamente a quanti mi seguono (che il Cielo Vi perdoni per questa vostra perversione Stoneriana).
Ho voluto offrire la mia personale "lettura" di una realtà drammatica. Una realtà che sta segnando profondamente questi ultimi decenni e con la quale ognuno, anche se indirettamente, è chiamato a fare i conti.
L'intento non è solo quello di intrattenere (fine al quale uno scrittore prega sempre in ginocchio di arrivare), ma di far pensare.
Qualcuno troverà alquanto macabro questo racconto, sicuramente altri mi punteranno il dito contro scagliandomi addosso anatemi per aver "giocato" su un argomento così serio, ma sono dell'avviso che per instillare un pensiero, una riflessione su un tema così importante, sia necessario percorrere strade poco battute.
Buona lettura e, mi raccomando, siate creativi nel lasciare i vostri insulti nei commenti. ;)
Cliccate qui per leggere

mercoledì 13 luglio 2011

Santacroce, facci eccitare! Per 2.000 cocuzze è il minimo....


Isabella Santacroce
Foto Rosangela Betti



di Sam Stoner

Ancheggiamenti sculettamenti sficheggiamenti. Ah! Che spettacoli erettizzanti le presentazioni della santacroce! Meglio che un giro in un club di lap dancers di Bangkok.
Leggendo dell'asta della autobiografia di Isabella Santacroce mi è venuta voglia di raggirare i miei cialtroni di lettori e poi fregarli.
Che soddisfazione sarebbe!
Al solo pensiero mi sento un po’ puttana. Mi si bagna il perizoma che mi ha regalato la mia amante. Spero non me ne vorrà, avrei dovuto riservarlo per i nostri giochetti, ma il solo pensiero della Santacroce mi ha sopraffatto. Avrei voluto scattarmi una foto e metterla sul mio blog!

Non solo.
Il pensiero della Santacroce ha fatto nascere in me anche dell’altro, ad esempio la tentazione di mollare il “pacco” ai miei lettori, anzi, direi fan. Sì, quella manica di spostati pronti a spendere 15 euro per leggermi. Col cazzo che io lo farei. Stephen King aspetto che arrivi nella biblioteca comunale (per poi acquistarlo in paperback dopo qualche mese). Ma non tutti sono avidi pidocchiosi tirchi come Sam.

Ma cerchiamo di elevare questo scritto e non solo il contenuto del mio perizoma.
Vedete, sono convinto che la letteratura e comunque ogni opera d’arte debba avere come fine quello di intrattenere e nel migliore dei casi far riflettere intrattenendo. Ma quanto si può spendere per questo? Se il prezzo di un’opera è proporzionato alla sua importanza, quanto dovrebbero costare opere come Amleto o Edipo Re? E quanto dovrebbe valere la visione di un film di Luchino Visconti o De Sica? Oppure ammirare uno Chagall?
 Il mondo dei galleristi ha capito il gioco con largo anticipo, ora arriva nella letteratura, ma c’è una differenza: a costare non sono le “croste” di un certo Picasso ma le opere di ragazzine la cui pennellessa è ancora sporca del primo mestruo. Eppure sono giocatrici scaltre. Farebbero le scarpe ad Aphrodite. Solo che non si rivolgono agli uomini ma ai lettori, in questo caso meri acquirenti… ma nel caso della santacroce possono anche chiamarsi “clienti”.

Isabella Santacroce

E così, la santacroce, quella che alle feste porta gli asini… i ciucci per intenderci; che delizia gli adolescenti (e non) con il suo fondoschiena, sul quale io, tra l'altro, ho lasciato fiumi di caldi, grondanti umori; che si è fatta le ossa scrivendo di ninfette infoiate che cavano gli occhi ai cani con i temperini, finalmente capisce che è arrivato il momento di buttare tutto l’armamentario sadomaso e smetterla di smazzarsi chiedendo sul suo blog chi desidera essere chiuso con lei, armata di frusta, in una stanza (lo so, è proprio dura la professione di scrittrice!).
Ma perché ora può liberarsi di questo fardello?
Semplice, perché finalmente potrà ingrassare il suo conto bancario mettendo all’asta la sua biografia autoprodotta.
Costo: al rilancio.
La prima copia venduta a 2.200 euro per 10 copie.
Vendute a chi? Ai ciucci di cui sopra. Del resto ognuno ai propri clienti…
(Spero solo che non abbiate intaccato i vostri risparmi o rinunciato alle vacanze per acquistare questa stronzata)
Naturalmente non c’è solo l’autobiografia ma anche dei regalini:

- Bara in legno e metallo dorato, con incisioni a fuoco;
- Fascia con la stella di David in raso e similpelle di colore viola liturgico;
- Foglio pergamena con dedica personalizzata (quindi col nome del vincitore) scritta dall’autrice;
- Scatola-contenitore ricoperta da immagini dell’ottocento care a Isabella.

Che Peccato, ho pensato. Se nel pacco ci fossero stati i suoi slip non lavati avrei offerto anche 2.000 euro per averli! Chissà che la Herta Muller non decida di smollare ai suoi fan 10 copie delle sue memorie erotiche unitamente al suo reggiseno, o che Camilleri venda 10 copie di I segreti di Montalbano insieme al calco della sua dentiera autografata
E quindi, scrittori, voi che pensate di realizzare opere d’arte, siete sorpassati.
Che Roth la smetta di scrivere capolavori per pigliarsi il Nobel, e inizi invece a mettere all’asta il calco del dito che intinge nell’umida cavità pubica della sua assistente per il modico presso di 50.000 mila euro come base. E si goda la vecchiaia alla faccia di quei coglioni che una volta si chiamavano lettori.
A presto, miei cari.
Sam


© 2011 by Sam Stoner