domenica 7 dicembre 2014

"Io ti proteggerò" pubblicato nell'antologia "Scrivendo racconto".

Il mio racconto “Io ti proteggerò” nell’antologia “Scrivendo Racconto. Roma” di Historica Edizioni presentata sabato 6 dicembre al BPlace di Roma a pochi passi dalla Fiera della piccola e media editoria.
Presenti tutti gli autori e le autrici, alcune oscenamente belle. Cosa che nella folla ha disgregato la convinzione che le donne particolarmente avvenenti nulla abbiano a che spartite con la cultura. Da questo pomeriggio le autrici di Historica, oltre che ragguardevoli scrittrici, sono anche ferocemente sexy.
Oltre a “Scrivendo Racconto” sono state presentate altre prestigiose pubblicazioni come “I segreti della Roma criminale” di Enrico Gregori Paola Vuolo e  “Storiacce romane” di Igor Artibani, Laura Costantini e Loredana Falcone, Marco Proietti Mancini.
Il mio racconto “Io ti proteggerò” (Sam Stoner, Historica Edizioni) gioca sul doppio, sulle ombre della mente che a volte prendono il sopravvento creando un “altro io” più forte, in grado di fronteggiare eventi in apparenza insostenibili con la sola ragione. Il mio personaggio proietta fuori di sé le sue paure più nascoste e il suo bisogno di protezione. Del resto si cerca sempre qualcosa a cui aggrapparsi, che si chiami denaro, carriera, amore o Dio. Il che spiegherebbe il mutamento repentino di personalità di alcuni partner, di cui ognuno di noi ha, ahimé, memoria.

Incipit del racconto "Io ti proteggerò"
Mi avrebbe sempre protetto. Non avrebbe permesso a nessuno di farmi del male.
Lui era il Barone Rosso, anche se in realtà era completamente nero. Di rosso aveva il casco e i guanti e alcune rifiniture dell’armatura.
Me lo aveva regalato mio padre il giorno del mio nono compleanno. Il giorno prima della sua morte.
Fu travolto con l’auto dal fiume in piena. Il suo cadavere non fu mai trovato. Era una mattina di pioggia. Una delle tante di quell’inverno. Lavorava come geometra in un cantiere e come ogni mattina andò al lavoro. Stava attraversando il vecchio ponte quando accadde. Questo mi disse mia madre. Non fu il solo a morire quel giorno. L’acqua travolse molte abitazioni, per nostra fortuna abitavamo nella parte alta, lontano dall’argine del fiume.
Le ultime parole che ricordo di mio padre furono: “Lui ti proteggerà…

giovedì 20 novembre 2014

6 dicembre. Sam Stoner alla premiazione Scrivendo Volo

Il 5 dicembre 2014 Historica Edizioni premierà gli autori selezionati per il concorso Scrivendo Racconto che ha dato origine all'antologia “Scrivendo Racconto" in collaborazione con Scrivendo Volo. La premiazione avverrà presso il locale B Place  in viale dell'Arte 20 a Roma, quartiere Eur, a pochi passi dalla Fiera dell'editoria. Tra gli autori selezionati ci sarò anche io, presente nell'antologia con il racconto "Io ti proteggerò", un noir psicologico che indaga la mente di un ragazzo costretto, suo malgrado, a subire situazioni di grande impatto emotivo.
Saranno presenti tutti gli autori selezionati per l'antologia, presentata ufficialmente proprio in occasione della premiazione.

"Mi avrebbe sempre protetto. Non avrebbe permesso a nessuno di farmi del male.
Lui era il Barone Rosso, anche se in realtà era completamente nero. Di rosso aveva il casco e i guanti e alcune rifiniture dell’armatura.
Me lo aveva regalato mio padre il giorno del mio nono compleanno. Il giorno prima della sua morte.
Fu travolto con l’auto dal fiume in piena. Il suo cadavere non fu mai trovato. Era una mattina di pioggia. Una delle tante di quell’inverno. Lavorava come geometra in un cantiere e come ogni mattina andò al lavoro. Stava attraversando il vecchio ponte quando accadde. Questo mi disse mia madre. Non fu il solo a morire quel giorno."

Sam Stoner e l'horror con Oltre la paura

"Scelti da Francesca Paolucci, autrice horror di culto, ventuno incubi di scrittori italiani che disturberanno le vostre notti."

OLTRE LA PAURA antologia di E.F. Edizioni a cura di Francesca Paolucci. Dodici autori tra i quali il sottoscritto presente con il racconto "Fottuto per l'eternità". 
Mi sono divertito molto a scrivere questo racconto che si riallaccia alle atmosfere horror di Rod Serling ideatore della serie "Ai confini della realtà" e che cito all'interno. In "Fottuto per l'eternità" l'inverosimile prende lentamente forma modificando la realtà e trascinando Michel, il protagonista, in un inferno eterno.

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"Era da tempo passata la mezzanotte. 
Nel corridoio che portava alla sua suite, Michel incrociò un arabo tirato a lucido con un orologio da trentamila euro al polso e due strafighe russe intente a strusciargli addosso le loro magnifiche tette.
Fottiti, pensò Michel. Anche se alla fine il solo che avrebbe fottuto sarebbe stato l'arabo, di certo non lui.
Michel si trascinò svogliato e leggermente ubriaco fino alla porta, non era tanto la stanchezza o l'alcol, anche se era in piedi dalle sei del mattino per promuovere il suo ultimo romanzo, quanto la delusione per una notte solitaria.
Passò la chiave elettronica nella fessura. La porta si aprì ma Michel non entrò, passò di nuovo la chiave elettronica. Visto che sarebbe stata la sola fessura a sua disposizione per quella notte, cercò di godersela appieno."


lunedì 29 settembre 2014

Critica cinematografica: l’elogio del nulla

Si dice che il cinema italiano sia in crisi in realtà in crisi è la critica cinematografica italiana incapace di cogliere la bellezza e l’anima delle opere del nostro Paese. Mi viene da chiedere come alcuni giornalisti siano riusciti ad occupare posti in testate importanti. Forse, mi dico, sarà stata la dura gavetta presso le anticamere delle segreterie dei partiti. Questa è la sola spiegazione per una competenza e sensibilità artistica così spiccatamente vuota.
Una riflessione nata qualche giorno fa vedendo come la critica non abbia accettato un’opera che io definisco straordinaria. Parlo de “Il ragazzo d’oro” di Pupi Avati. In questo film, Avati indaga il rapporto padre-figlio, scavando così a fondo da trovare baratri e tenebre dalle quali nessuno riesce a sottrarsi (il padre morto suicida e il figlio che diventa pazzo).
Il tutto si intesse in una trama pervasa dall’arte (il padre è sceneggiatore e il figlio scrittore) regalandoci l’indagine su un altro tema: l’arte e la follia e anche l’arte e la distruzione dei rapporti familiari.
Questa ricerca è condotta con intensa delicatezza, con il pudore con il quale si apre un diario privato. La disgregazione (e ricostruzione) del rapporto tra padre e figlio tocca tutti gli affetti, la moglie/madre, la compagna del figlio, le amanti del padre, i ricordi, i rimorsi, emozioni di odio sopito, le rinunce.
Un film che pone numerosi interrogativi e che non fornisce risposte se non una, c’è sempre la possibilità di poter recuperare un rapporto che sembra non esistere.
Si potrebbe obiettare che non ci sono opere universalmente piacevoli e che ognuno le guarda con la propria sensibilità. E questo è vero, tuttavia la critica negativa non può investire l’intera opera, laddove l’opera offre un così intensa indagine psicologica e introspettiva narrata con chiarezza e semplicità (il film ha vinto il premio come Miglior Sceneggiatura al Festival des Films du Monde di Montreal e si sa “’Sti americani non ce capiscono niente de cinema”, direbbe uno dei nostri valenti giornalisti tra il risucchio di un bucatino e l’appunto per un brunch).
Non riuscire a cogliere tutto questo, non riuscire a saper osservare in un’opera, in questo caso cinematografica, in tutte le sue più profonde sfumature significa essere miopi o ciechi, privi di quella sensibilità necessaria per rapportarsi con  l‘arte e non con un mero intrattenimento. Il cinema è una delle più complesse opere d’arte (visto che in essa confluisce musica, immagini, scrittura, recitazione…), trattarla alla stregua di una mediocre esibizione circense, fa capire quanto la corte di critici che anima le redazioni e le pagine dei giornali cartacei ed elettronici si sia formata ed assuefatta a prodotti ( in questo caso il termine è appropriato) da discount cinematografico. L’introspezione non viene accolta perché incompresa. Ciò che queste prestigiose penne consigliano al pubblico sono solo pacchi colorati, ben confezionati ma vuoti, che una volta scartati finiscono nel dimenticatoio. Si potrebbe parlare dell’elogio del nulla.


venerdì 22 agosto 2014

Sam Stoner finalista a GialloLuna



La giuria selezionatrice della seconda edizione del premio ‘GialloLuna NeroNotte’ – composta da Federica Angelini (traduttrice), Antonella Beccaria (scrittrice), Matteo Diversi (libraio e promotore di eventi letterari), Nicola Lombardi (scrittore), Adele Marini (scrittrice), Vania Rivalta (giornalista)  – ha concluso il proprio lavoro. I finalisti sono saliti da 5 a 8, data la qualità dei racconti inviati.
Ecco l’elenco in ordine alfabetico per autore:

Michele Catozzi, ‘Carnevale di sangue’
Gianluca D’Aquino, ‘Shofar’
Diego Di Dio, ‘L’alba del pipistrello’
Salvatore Lecce, Cataldo Cazzato, ‘Sentenza d’appello’
Emanuela Ionta, ‘Introspezione’
Alessandro Maurizi, ‘Senza amore, senza vita’
Luca Romanello, ‘L’ombra del monte’
Sam Stoner, ‘L’imprevedibile caso del dottor Fois’

Spetta ora alla giuria finale, composta da Franco Forte (Direttore Editoriale del Giallo Mondadori) presidente della giuria, Nevio Galeati (presidente associazione Pa.Gi.Ne., direttore artistico di GialloLuna NeroNotte), Annamaria Fassio(scrittrice) stabilire il vincitore assoluto.


La premiazione si svolgerà venerdì 3 ottobre 2014, durante la serata di gala al Mariani Lifestyle di Ravenna (via Ponte Marino 19), in occasione della dodicesima edizione del festival ‘GialloLuna NeroNotte’

lunedì 21 luglio 2014

Intervista per Effe effe Biblios

Sam Stoner tra noir, gotico e rosa: l'intervista di Effe
21 luglio 2014 alle ore 1.04

Ironico, sfacciato, dissacrante, tre aggettivi che si adattano perfettamente a Sam Stoner, scrittore di noir, direttore editoriale del Mary Shelley ProjectMagazine, responsabile editoriale della rivista letteraria Pink, autore di 3 e-book di cui l’ultimo Elvis Rosso Sangue è arrivato primo al concorso Corpi freddi nel 2012. Abbiamo avuto un breve ma intenso scambio di battute con il Sig. Stoner dal quale è uscita fuori l’intervista che abbiamo il piacere di proporvi di seguito: 


Quando hai deciso di iniziare a scrivere?
Qualche anno fa. Arriva sempre il momento in cui si avverte la necessità di impiegare parte della propria giornata per scrivere, senza affidarsi all’ispirazione Semplicemente cercandola.


mercoledì 16 luglio 2014

FANTAFESTIVAL 34° EDIZIONE


La mia recensione sul FANTAFESTIVAL  di Roma per la testata Dazebao News.
Il film "Siamo quel che mangiamo" del regista messicano Grau sui cannibali metropolitani e l'intervista allo sceneggiatore di "Doctor Who" JAMES MORAN.

Vi terrò aggiornati nei prossimi giorni ricchi di proiezioni e incontri.

http://www.dazebaonews.it/cultura/item/27754-fantafestival-2014-siamo-quello-che-mangiamo-cannibali-e-zombies

martedì 24 giugno 2014

Candidati a IDIOTI DELL'ANNO!


Da sinistra, i coniugi Sylvia Pastor e Wojciech Janowski

Destino vuole che la coppia di coniugi finita nelle nomination del penoso premio Idioti dell’anno sia una coppia di presunti assassini. Ma il premio non è per il brutale reato di cui forse si sono macchiati piuttosto per il motivo che li avrebbe spinti a commetterlo.
I due coniugi, Sylvia Pastor e il console polacco Wojciech Janowski, sembra che abbiano deciso di uccidere la mamma di lei (l’ereditiera Hélène Pastor) perché bisognosi di denaro. E come dar loro torto visto che si beccavano l’esigua somma di 500.000 mila euro di paghetta mensile per non fare una beata mazza.
Siamo onesti, chiunque a loro posto avrebbe pensato a commettere questo omicidio. Non dimentichiamo che i due coniugi sono di Montecarlo. Come avrebbero potuto arrivare a fine mese con quei pochi spiccioli?
La vittima, l'ereditiera Hélène Pastor

Hélène, la mamma di Sylvia, possedeva un patrimonio di circa 20 miliardi di euro, in pratica una casa su tre a Montecarlo appartiene ai Pastor, arrivati nel Principato nel 1880 da Buggio in Liguria con cazzuola e calce. Operosi e seri lavoratori iniziarono a costruire palazzine e palazzi fino a ritrovarsi nel 2014 proprietari di un terzo del patrimonio immobiliare monegasco.
Già me li vedo i due coniugi idioti, in uno dei più prestigiosi appartamenti di Montecarlo, seduti a un modesto tavolo d’antiquariato con carta e Montblanc a fare i conti della serva che però non tornano.
- Di’ a mamma che non ce la facciamo ad arrivare a fine mese! – esclama il console.
- Sai bene com’è la vecchia. Non c’è modo di farla ragionare – risponde Sylvia.
- Ammazziamola e prendici tutto! Con 20 miliardi di euro riusciremo almeno a comprarci una cacchio di isola per andare in vacanza.
- Ti prego Woj, modera il linguaggio.
 
E così i due avrebbero assoldato altri idioti come loro a Nizza che a loro volta avrebbero assoldato i sicari idioti a Marsiglia, per un totale di 20 idioti. Tutti insieme hanno fatto il sopralluogo con taxi (il tassista ha subito spifferato tutto alla polizia) e poi i sicari il 6 maggio a bordo di una moto, hanno affiancato l’auto dell’ereditiera (una lancia Voyager) hanno puntato un fucile da caccia a canne mozze e hanno sparato uccidendo l’autista, il sessantacinquenne Mohamed Darwich, e Hélène. Ovviamente si sono fatti riprendere dalle telecamere a viso scoperto.
 
Nemmeno Monicelli avrebbe immaginato una sceneggiatura del genere. A confronto i personaggi de I soliti ignoti sono geni del male. Del resto per uccidere una delle donne più ricche del pianeta in uno dei luoghi a più alta densità di videocamere di sorveglianza al mondo non dove essere troppo complicato, avranno pensato i candidati a Idioti dell’anno nei loro abiti sartoriali.
 
Probabilmente in carcere si chiederanno come mai sia andato tutto storto.
E quando il magistrato chiederà al console polacco Wojciech Janowski il perché di questa follia, lui risponderà:
- A sor giudice, e che dovevo da fa’. Mì socera ce stava a fa’ morì de fame. E ce stia lei a magnà quer caviale tutti i giorni, annà in giro in Bentley e a vive in un quartieraccio come Montecarlo solo con 500 mila cocuzze al mese. E che cazzo!
 
 
 

venerdì 18 aprile 2014

James Ellroy - Ricatto

 
James Ellroy.

Per chi non lo conoscesse è il più grande scrittore noir al mondo. Per alcuni un buffone.
Il suo stile è  "hard boiled”. Ha tra i suoi principali esponenti i grandi scrittori americani della prima metà del Novecento quali, per citarne alcuni, James M. Cain, Mickey Spillane, Dashiel Hammett.
Stile asciutto, secco, violento nel ritmo, si potrebbe accostare a un ritmo jazz sincopato.

Ellroy lo ha arricchito, mutuando termini, allitterazioni, neologismi da una rivista scandalistica americana degli anni Cinquanta “Confidential”; ha poi coniato lui stesso nuovi termini, caratterizzando fortemente le sue opere.
Quest’ultimo romanzo breve “Ricatto” è dedicato proprio a Confidential e in particolare a Fred Otash, detective privato, che si può considerare l’anima della  rivista scandalistica. Fu proprio Otash che disseminò Hollywood di cimici e telecamere nascoste, che fornì a Confidential intercettazioni telefoniche, pedinamenti, registrazioni magnetiche.
Ellroy è coprotagonista del romanzo insieme a Fred Otash. Quest’ultimo si trova nella “Cella 2607, Istituto di Pena, Braccio degli sconsiderati Scassafamiglie, Purgatorio dei Perversi”. Dal Purgatorio nel quale si trova, con il corpo che aveva negli anni Cinquanta, viene messo in contatto telepatico con James Ellroy:

Questo Ellroy è una testa di cazzo… L’ho conosciuto nei miei ultimi mesi di vita.  Si è appropriato della mia immagine per un personaggio di un suo romanzo super pubblicizzato L.A. Confidential. Libro e film sono una cagata orrenda.”

Otash potrà raggiungere il Paradiso solo se confesserà ogni suo peccato. Il  suo solo lasciapassare sarà l’espiazione. E così prende il via il gran circo dei ricordi, delle scopate, delle droghe, delle carriere distrutte, dei brutali pestaggi. Fred era temuto e rispettato. Un pessimo elemento che si nutrì dei vizi delle star, vizi terribili per l’america puritana di quei tempi. Il ricatto divenne la sua unica fede. Come scrivere oggi che il pargolo degli Agnelli se la fa con una transessuale e sniffa cocaina. Pubblicarlo sarebbe un reato? Un’azione moralmente deprecabile? No, solo verità. Confidential non chiedeva denaro per non pubblicare le notizie, il suo credo era divulgarle. E Fred le scovava, con ogni mezzo.

Avevo a busta paga un esercito di irridenti informatori e di sarcastici spioni. … Pagavo degli avvoltoi della Buoncostume in cambio di informazioni su froci fresconi, tossici tossicchianti e alcolisti alchimisti nelle grinfie del Delirium Tremens. Costruivo grossi fascicoli sui segreti delle celebrità e ammassavo nel mio animo autentiche atrocità.”

Questo romanzo breve è puro hard boiled, scorretto e cattivo.
Nessuno viene risparmiato. Nessuna star era candida come le case di produzione volevano far credere. Ava Gardner “Era una nefasta ninfomane con una predilezione per il salame nero.” “John Wayne? Praticamente un travestito. Walt Disney? Un pedofilo. Burt Lancaster? Sadico. Alfred Hitchcock? Guardone.” 
Sarcastico, irriverente, umoristico. Un grande James Ellroy.


 
James Ellroy
Ricatto
Einaudi Stile Libero BIG
Traduzione Alfredo Colitto
Pag. 80
Euro 10,00
 

 

venerdì 14 marzo 2014

Presentazione di 99 Rimostranze a Dio


Roma, 14 marzo 2014

Furore. Di parole. 
Questa sera, il palco della libreria AltroQuando vicino a Piazza Navona (Roma) non ha ospitato una presentazione libresca (solitamente spaccapalle) ma un poetry slam, ossia una di quelle competizioni letterarie in cui vari autori si sfidano a colpi di parole. E che parole!
Gli autori di 99 rimostranze a Dio (me compreso) si sono succeduti al microfono offrendo la propria ironia. Un orgasmica meraviglia condensata in poche righe, sferzanti, ciniche, sarcastiche. A qualcuno lassù saranno sicuramente fischiate le orecchie. 
99 rimostranze a Dio sono molte, e se poi hanno una così pesante
Da sinistra, Eva Clesis e Silvia Gentilini 
caratura valgono anche il doppio. Eva Clesis, ideatrice e curatrice del progetto non ci ha allietato con il promesso strip tease, ci siamo accontentati della sua bellezza e dell'ironia, due qualità che in mano a una donna fanno sfraceli soprattutto se decide di diventare edititrice (www.ottolibri.it) esordendo con progetti così brillanti. Se poi indossa anche calze di Philippe Matignon è il massimo. Le indossava, ero in prima fila!
Al mio fianco Marco Proietti Mancini, amico e rimostrante ma anche promotore, senza di lui non so se sarei finito tra gli autori. Lui mi segnalò il progetto e lui mi sollecitò per l'invio della rimostranza. 
Nota di merito per i pochi rimostranti che ho potuto ascoltare. Tra cani disillusi, uteri in rivolta, donne da rispedire al Signore, irriverenti batacchi di campane e piccioni dispettosi c'è stato da ridere, e vi ricordo che scrivere testi unoristici è molto, molto complicato. I rimostranti ci sono riusciti toccando anche temi importanti, su cui riflettere dopo aver chiuso il libro. 
Lettura STRA - Consigliata.

99 Rimostranze a Dio
Autori Vari
Curatrice Eva Clesis
Ottolibri Edizioni
Euro 6
Anche in eBook

mercoledì 29 gennaio 2014

L'amore questo bastardo | Recensione su Dazebao News


OMA - “L’amore questo bastardo”, e-book di Sam Stoner, racconta di un single per scelta, che mai rinuncerebbe al silenzio di casa sua, né al vuoto che gli infonde il portarsi a letto “un’estranea a settimana”. Lui, fervente cattolico, é più rassicurato a sperimentare con la moglie del suo migliore amico, anch’essa cattolica praticante,  tutte le posizioni del kamasutra.

Grazie alla giornalista Bruna Alasia per la sua recensione pubblicata sulla testata Dazebao News. E' riuscita a mettere in evidenza alcuni importanti elementi della storia che mi sono divertito a narrare. Al di là delle battute e dell'ironia ha colto la profonda tristezza dell'uomo single, lontano dall'amore. 


lunedì 20 gennaio 2014

Sam Stoner si racconta su Dazebao News


"Roma - Incontro con Sam Stoner, quanrantenne che si affaccia alla ribalta dei nuovi scrittori, in un pomeriggio di pioggia. Ha un'aria riservata e inglese, così diversa dalla maschera della sua pagina facebook che, attraverso stimolanti argomenti di discussione,calamita folle di fans, soprattutto donne..."


Non vale. Così si gioca sporco. Una vera imboscata in stile Stoner. Sì, un'imboscata per farmi parlare di me. Complimenti alla giornalista Bruna Alasia per essere riuscita a sfoderare il suo fascino, oltre alla professionalità, e avermi fatto vuotare in parte il sacco su me stesso. Che volete, il mio ego è particolarmente sensibile agli apprezzamenti. 

Grazie alla testata giornalistica Dazebao News per avermi cortesemente ospitato. 

martedì 7 gennaio 2014

Joyland di Stephen King visto da Sam


Ciao, Sam, gran figlio di puttana. Come butta? So che ultimamente hai battuto la fiacca. In questo blog ci sono le ragnatele, possibile che tu non abbia nulla da dire? Non credo. Ce l’hai eccome. Solo che faresti incazzare un casino di persone se scrivessi quello che pensi. Meglio tacere? Quindi, non mi chiederò il perché dell’assenza di recensioni di romanzi Crime italiani. Non mi chiederò perché alcune stronze scrittrici italiane non compaiono più nei tuoi post.

Né mi chiederò dell’assenza di culi e tette. Non ti sei infrocito, solo che il tuo cuore ha preso parecchie legnate ultimamente. Non provare a negare. Ho le mie fonti. Poi non pubblichi qualcosa a tuo nome da molti mesi. E non dirmi che le questioni di cuore ti hanno distratto.

Uno scrittore non si distrae mai. Così dicono i burocrati della parola, quelli che vanno a peso, quelli che scrivono dalle 18.10 fino alle 19.49 ogni giorno mentre guardano qualche trasmissione televisiva. Tu invece sei in balia del tuo umore, se fossi donna saresti in fase pre-mestruale permanente. Per tua fortuna, invece, le follie caratteriali femminili ti limiti a subirle. Che gran botta di culo…


Copertina italiana
Tornando ai libri, mi sembra che l’ultimo romanzo che ti ha intrattenuto sul water sia  Joyland di Stephen King. Perché non hai scritto nemmeno una riga? Faceva cagare? Certo, altrimenti non sarebbe rientrato nella "playlist da cesso" ma oltre l'effetto lassativo cosa ne pensi?  Anche per te somiglia a Colorado Kid, il romanzo breve senza capo né coda uscito nel 2005? Lo sapevo, ti conosco troppo bene, Sam. Anche quello, come Joyland, presentato come giallo. Secondo te però c’è sempre da imparare dalla scrittura di King. Ok, sono d’accordo ma la storia, quella proprio non va. I personaggi invece funzionano. Come dici? Che ti è piaciuta la descrizione della fidanzata del protagonista, quella che King dipinge come vera stronza, egoista, un po’ troia e superficiale? Ma chi è la bella che ti ha fatto così incattivire, Sam? Per fortuna nel romanzo c’è un'altra ragazza decisamente in gamba, almeno non è come nelle storie di Patrick McGrath lette e amate dalle donne. McGrath, nelle sue pagine descrive tutte le protagoniste in modo pessimo. Demolisce la figura della moglie, della figlia, dell'amica, dell'amante, della madre e si fa amare come autore. Un genio.

Tornando a King, sarebbe bastato inserire durante la storia qualche elemento in più relativo all’omicidio irrisolto e non svelare tutto soltanto nelle ultime pagine. Non solo, invece di ricorrere al trucchetto del paranormale, pur comprensibile, King avrebbe dovuto applicarsi un tantino di più inserendo un piccolo stratagemma per evitare quelle 10 righe finali che trasformano un romanzo giallo in un horror. Avrebbe potuto mantenere il personaggio che è in collegamento con l’al di là senza farlo diventare la “chiave” della risoluzione dell’intrigo. Al massimo avrebbe potuto far parte dell’ingranaggio in modo che il lettore potesse chiedersi se l’elemento paranormale fosse stato determinante o ininfluente. Suggestione? Forse sì, perché tutti i pezzi del puzzle alla fine sarebbero andati al loro posto senza l’aiuto, apparente, di nessuno spirito.
Giuseppe Mallozzi,  amico che divora libri come Sam divora bucatini, ha definito questo romanzo un "Young adult" (genere letterario che tratta temi riguardanti gli adolescenti, scritti in modo tale da essere visti dal loro punto di vista). Direi che ci ha preso alla grande, Sam. Mi fa piacere che anche tu sia d'accordo. Vedo però che non molli la presa, da vero fan di King dici che solo lui avrebbe potuto elevare un "Young adult" a pregevole giallo. Insomma un'occasione mancata per il Re.      

Sam, è tempo di muovere le chiappe e scrivere, altrimenti ti farò assaggiare la punta dei miei stivali. Che dici? Io non indosso stivali? Cacchio vuol dire, la frase ha un altro effetto con gli stivali. Mai letto Thompson o Crumley? Certo che sì, sei stato tu a farmeli conoscere. Ok, ti lascio alle tue cose, non ti incazzare. Se proprio vuoi sfogartela chiama la tua bella. 

Vaya con Dios, amigo.

Joyland
Stephen King
Sperling & Kupler
Anno 2013
351 pagine
Traduzione Giovanni Arduino
Euro 19,90