mercoledì 23 novembre 2011

Itinerari Noir: Marilù Oliva



Titolo: Fuego

Regia: Corpifreddi (Enzo”Bodycold” Carcello, Daniela Contini)
Protagonista: Marilù Oliva
Presentazione: sabato 12 novembre 2011
Caffè Letterario Books & Brunch - Roma

Capita di conoscere più i protagonisti dei romanzi che gli scrittori.
Così, capita di pensare che Ellroy sia un fottuto omofobo, razzista fascistoide e fuori di testa come i suoi protagonisti… ok, non l’esempio giusto visto che lui è proprio così. Oltre che essere un genio del cazzo. Ad ogni modo, andando alla presentazione di Fuego di Marilù Oliva mi aspettavo di trovare la versione ben pettinata e sorridente della Guerrera, la protagonista del romanzo. Per mia fortuna, adoro essere sorpreso.
Sono le 18.30. Entro nel locale. È pieno di gente. Libri, volti noti, vagiti. Sulla mia sinistra pile del romanzo di Marilù.
Faccio un passo verso il cesso per liberare la vescica messa a dura prova dai primi freddi romani ma vengo fermato dal romanzo. Con una voce femminile, indisponente e un po’ stronza mi dice: - Tu sei Sam, lo scrittore col nome del cazzo.
- Bello il tuo - rispondo. - Che ti rode?
- Vietato entrare senza il romanzo, ecco che mi rode. Tira fuori i soldi.
Smollo le banconote e con il romanzo sotto il braccio vado in bagno.
Uscito, leggero e temprato, prendo posto. A pochi metri da me un tavolo da conferenza e microfoni. I Corpifreddi accerchiano una bruna dagli occhi vivaci e un sorriso che molti prenderebbero per irresistibile, in effetti lo è ma non voglio darle soddisfazione.
Inizia il fuoco delle domande. Nel mentre sposto il portafoglio prima che qualcuno me lo freghi. Intorno a me solo scrittori. Gentaccia.
Marilù incanta, sciorina, declama. Confessa la propria ossessione per la scrittura. “Scrivo sempre appena ho un minuto. Lo stile migliora con il tempo”. Altre domande. Enzo “Bodycold” non la risparmia, come se fosse stizzito da qualcosa. È probabile che la Marilù, a pranzo, gli abbia fregato un cannellone di troppo. Lo capisco, io ucciderei per un rigatone in meno, figuriamoci un cannellone.
“Dalle donne che scrivono noir ci si aspetta sempre la caduta chick-lit. Non nei miei romanzi.”
La Contini la incalza. Marilù risponde a tono. “La Guerrera è come se diffondesse l’atmosfera nera nel romanzo. Il suo male di vivere che pensa non sia guaribile. Ma combatte comunque.”
Marilù legge qualche pagina. Le fiamme crepitano. Il Fuego. “Nel primo romanzo il tema centrale era la vendetta. Qui è il fuoco. Il fuoco non si può spiegare per la sua entità. Rappresenta ciò che non riusciamo a cogliere.”
La parola passa a Simone Caltabellotta, qui in veste di editor. È seduto nel pubblico. Sarà stato la spina nel culo di Marilù, penso, invece lei lo incensa. Poi scopro il perché. Il segreto è in una frase “Ho detto a Marilù che doveva rischiare”. Comincia a piacermi il lavoro di editor. Meglio che fare lo psicologo.
La Contini pensa a combinare inciuci, vuole sapere quale detective farebbe vorticare le ovaie alla Guerrera. Marilù non ha alcun dubbio: “Dexter Morgan”. Ci sarà un terzo romanzo con la Guerrera? “Finché il personaggio ha qualcosa da dire, lo farà”
Criptica.
La presentazione è terminata. Ci mettiamo in fila come in chiesa, invece di ricevere l’ostia consacrata da un prete, aspettiamo qualche ghirigoro sul romanzo. Io spero mi scriva il suo numero di telefono. Il mio fascino fa cilecca. Poi capisco il perché. L’attenzione di Marilù è tutta per il piccolo angelo che chiama a gran voce la poppata. Non posso competere. Rimedio comunque un sorriso.
Quello irresistibile. Be’, questa sera è andata più bene.

© 2011 by Sam Stoner


Titolo: Fuego
Autore: Marilù Oliva
Editore: Elliot Edizioni
Anno:2011
Pag. 256
Prezzo di copertina:16,00 euro

martedì 15 novembre 2011

Intervista gastronomica a Sam Stoner

Sam Stoner - Angie Cafiero
"Intervista gastronomica a Sam Stoner eclettico e misterioso personaggio, le sue passioni gastronomiche e non solo…" Angie Cafiero  ( http://www.angiecafiero.it/ )

Visto il mio idillio con il cibo, come potevo dire di no alla cara amica Angie quando mi ha proposto di sottopormi al fuoco incrociato delle sue domande gastronomico-letterarie. E così, tra pizza, Amatriciana e dolci, eccomi cucinato per bene, pronto per essere gustato dai vostri sofisticati palati.
Devo dire che di solito le interviste sono un po’ rognose, questa invece è stata divertente. Ho parlato di scrittura, di cibo, di donne. C’è altro nella vita per cui valga la pena vivere? Non per me.
Buona lettura e tenete a portata di mano qualcosa da addentare, alla fine avrete fame.

CLICCA QUI PER LEGGERE L'INTERVISTA

lunedì 14 novembre 2011

Il Manipolatore di Michael Robotham

di Sam Stoner

Un grande primo capitolo.
Fulminante. Non per quella stronzata scritta in quarta di copertina della donna nuda con due scarpe rosse e la scritta puttana sul ventre in bilico su un ponte, ma per la scrittura.
Michael ci sa fare. Soprattutto nel capitolo di apertura. Scrittura pervasa da ironia, incastonata in una cornice noir di prima qualità. Nessun eccesso strambo, nessuna forzatura, solo una atmosfera sospesa e avvolgente. Cupa. Nera quanto basta.
E ci sa fare con i personaggi. Il protagonista, il professor Joseph O’Loughlin, fa un’entrata degna di una star di Hollywood. Leggi di lui nel primo capitolo e dici a te stesso che un personaggio così sei disposto a seguirlo anche nelle viscere della Terra.
Ed è proprio questo che succede. Si continua a leggere per lui, il professore. Poi entrano altri personaggi, tutti nitidi, mai forzati. Persino quello più caratteristico, l’ispettore Veronica Cray, riesce maledettamente credibile. Forse mi è simpatico grazie alle battute che Robotham gli mette in bocca, chissà. Ma c’è una cosa da dire, sono battute che funzionano.
Il cattivo, invece, è stereotipato al massimo. Avrò letto un 30% dei capitoli a lui dedicati, sono noiosi.
Riguardo la storia sono cazzi.
Sì, perché quando si mette una donna nuda su un ponte con un cellulare vicino l’orecchio e poi si fa saltare giù si ottiene un primo omicidio grandioso. Ma solo questo. La prima cosa che si pensa è che qualcuno abbia rapito il figlio della vittima. Non si scappa. Risulterebbe poco credibile il suicidio di qualcuno dopo la comunicazione che ha perso il frullatore a causa della mancanza di un bollino della spesa.
Quindi, plot prevedibile. Nessun giallo da scoprire.
Tuttavia, non mi sento di bocciare il romanzo. Si legge bene, è scorrevole, strappa sorrisi, i personaggi sono piacevolissimi, la moglie del protagonista è una zoccola patentata e mi piace come Robotham sgretola questa tipologia di zoccola, la più subdola.
Interessante anche la professione del protagonista, uno psichiatra. Siamo abituati a detective e ispettori con capacità intellettive da premio Nobel (ridicoli), almeno qui il protagonista è uno psichiatra e quindi l’analisi comportamentale trova un suo perché.

Se siete degli scrittori vi consiglio di studiare bene i personaggi di Robotham, per la storia fate riferimento ad altri autori.


© 2011 by Sam Stoner



Il Manipolatore
Michael Robotham
Traduzione di Sonia Comizzoli
Fanucci Editore
Anno 2010
Pag. 590
Thriller psicologico
La carta è gialla e i caratteri di stampa sono grandi. Ottima facilità di lettura.