Degradarsi. Buttarsi nel cesso. Farsi del male senza neanche sapere perché ma nel mentre si va avanti senza pausa. L’unica azione portata avanti con determinazione della vita. Tutto a metà, affetti, famiglia lavoro istruzione progetti passioni desideri. Tutto a metà ,a ma non il perseverare nell’annientare se stessi. Un azione solitaria che segue vie sotterranee, e solo tali perché ce l’abbiamo messe noi nel nostro sotterraneo; in fondo, dove nemmeno noi possiamo vederle nel momento in cui ci costringiamo a dimenticarcene.
Nel mentre, il tempo passa, le tacche del contaTempo scorrono sulle aste di ferro con il loro shhhhhhhhh. E non c’è modo di riportarle indietro. Vogliamo che vadano avanti. una cinque dieci venti fino a quando possiamo commiserarci delle occasioni fallite che non possiamo più recuperare. Perse, distrutte, sgusciate via come un salmone appena pescato che incautamente si tiene tra le mani.
Crogiolarsi nell’insuccesso. Rotolarsi nel fango fallimento. Pescare in sé le attenuanti in grado di mantenerci in vita come vegetali, sospesi tra la vita non vissuta e la morte temuta. Limbo per geni frustrati. Eterno e immobile.