De Cataldo. Romanesco criminale


di Sam Stoner

Eh sì, ci sono romanzi e romanzi. Ci sono dialoghi e dialoghi. Come ci sono autori capaci di restare su una pagina per settimane, e autori che “machissenefrega” di badare a tutto. Quel “tutto” che troppe volte in Italia viene lasciato così com’è. È proprio questo che accade ai dialoghi di Romanzo Criminale di De Cataldo.
Per chi non lo sapesse, il romanzo si ispira alla vera storia della banda della Magliana e che operò a Roma tra la fine degli anni settanta e inizio anni ottanta.
Parlamo de romani, dei più gran fiji de ‘na mignotta della Capitale.
Ma De Cataldo ha deciso di non curarsi troppo del linguaggio dei protagonisti, non tenendo conto di un fattore che io considero fondamentale: la lingua è il personaggio. Cosa ne sarebbe di un Montalbano che parla un italiano perfetto? Ma voglio essere onesto, i protagonisti romani di Romanzo criminale non parlano un italiano perfetto perché ogni tanto si trova un digressione romana, come: mo’ (adesso oppure molto), famo (facciamo), annamo (andiamo).
Ne esce un parlato a dir poco ridicolo. La prova? Leggete i dialoghi ad alta voce, sentirete arrivare alle vostre orecchie qualcosa di stonato, e se siete di buonumore – anche se vista la scena politica ed economica attuale sarà difficile - potreste anche farvi una sana risata.
Di sicuro non ha alcuna responsabilità Bruno Pari, ringraziato dall’autore per le lezioni di “romanità”. Non poteva certo costringere De Cataldo a scrivere le battute in romano.
Chi non avesse letto il romanzo ma visto solo il film non capirà di cosa parlo. Infatti gli sceneggiatori del film, Stefano Rulli e Sandro Petraglia, hanno ritoccato tutti i dialoghi rendendoli più fluidi e aderenti alla realtà, anche perché se non l’avessero fatto non sarebbe stato possibile trovare un attore disponibile a recitare quel ridicolo idioma partorito da De Cataldo.
Certo, così facendo De Cataldo risulta chiaro e leggibile in tutta Italia, con il vantaggio di essersi risparmiato un infame lavoro sui dialoghi, sarebbe stato complicato trovare una scrittura romanesca capace di arrivare anche a un triestino. Tuttavia, Camilleri ne avrebbe da dire in proposito, come pure Gadda e il suo “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana”, nel quale i protagonisti parlano romanesco. Un romanesco protagonista di un romanzo che ha valicato i confini romani fino ad essere considerato un grande romanzo italiano.
Lo so, De Cataldo non è Gadda, ma è bene ribadirlo. E, soprattutto, non dimenticarlo.


Giancarlo De Cataldo
2011 by Sam Stoner



Romanzo Criminale
Einaudi - Euro 19,00
pag. 625
 








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