Riflessioni Noir




Non ho ancora scritto un cazzo con una gestazione che avrebbe schiantato qualsiasi madre.
Preferisco dormire, ammirare culi su Instagram e lasciar scivolare il tempo dietro la costruzione di bolidi del Gas Monkey Garage.



La verità è che non credo ci siano lettori capaci di starmi dietro e sia chiaro, non è che mi senta un Dio della scrittura, almeno non nei giorni dispari, è solo che i lettori di noir si sono estinti.
Fottuti da meteoriti massmediatici abilmente ritoccati da grafici venduti. Inoculati da Charles Manson spacciati per youtubers distopici, innestati da soporiferi narratori di novelle spaccapalle, elargiti da [anal]-fabetizzanti social usa e getta. 
Siamo nell’era digitale ma quel cazzo di marciapiede viene ancora sporcato da estenuanti contrattazioni sul valore del pompino o della sega da consumare in auto tra papà e una ragazzina che batte.

986 Pulitzer Prize, Feature Photography, Tom Gralish

C’è sempre il pappa con il ferro carico e un barbone nei cartoni in un angolo buio.
Vittime e carnefici che collidono, implodono, implorano. Nature schiacciate dal peso morale e dal peccato.
Estratta da “Everybody street” di Cheryl Dunn

Linea d’ombra è il confine.
Chi ha le palle per superarlo merita una medaglia appuntata su carne viva pronta per essere divorata, con buona pace dei vegani scassacazzo.

E così, eccomi qui, alle cinque del mattino, mentre nell’oscurità infuriano gli elementi, a imbrattare il mio sacro tempio noir con le solite stronzate. Chiudo e vado a vedere il nuovo allestimento della Pontiac GTO…

...



Fotografie:
1986 Pulitzer Prize, Feature Photography, Tom Gralish, Philadelphia Inquirer photographer.
Foto estratta da “Everybody street” il documentario di Cheryl Dunn che racconta le opere di tredici famosi fotografi tra cui Joel Meyerowitz, Bruce Gilden, Mary Ellen Mark, Elliot Erwitt, Jeff Mermelstein, Boogie e Martha Cooper