Noir il mio sacro Graal

 

 



Questa cazzo di vita è più breve di un tiro al bersaglio, un cilindro di latta bucato in cui mettere ogni attenzione all’azione. Ogni mia parola è connessa con le prime luci dell’alba, a quell’ora la mia musa è un po’ troia, svende ispirazioni ed eccitanti visioni. Niente di nuovo, so che ha fatto palestra con la mia bella.

Così, senza aspettare, smollo in sequenza una serie di opere, più Noir del buco in cui ho infilato i resti del mio buon senso.

Inutile tenerle ancora ferme sotto i Nunchaku e gli Shuriken affilati. Gli do vita. Novello Eterno egodipendente svendo parole a prezzo di costo, terzo ripiano in fondo, attenti solo alle lame.

Pagine più devastanti della robusta quercia dei Nunchaku, anche se qualche mandibola umana balbetta obiezioni. Che i giochi si aprano...

Una serie di racconti in cui l’imponderabile è il protagonista, è l’Assoluto, è il faraonico cazzuto “Perché”, è l’inizio e la fine senza antagonista.

L’apoteotico Noir è “Ai confini…”

A seguire, pallottole e pupe nella periferia sud romana. Gangster “de noantri” feroci e puttanieri, pretenziosi scarface in bianco e Nero. Ficadipendenti. Predatori implacabili più di un Rev-9 senza Sarah Connor a pararti il culo.

Non è più chiuso. E quindi, che i giochi si aprano…

Luci sul palco, che entrino culi fregati a Tyga e pagine fruscianti. La mia dipendenza ha un solo nome: Noir.

Il mio fottuto e straripante Sacro Graal.


Foto di Sam Stoner Philip

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