venerdì 4 ottobre 2013

GIALLOLATINO 2013 premia Sam Stoner



 
Latina, sabato 28 settembre 2013 poco prima che il sole anneghi nel mare, il nome di Sam Stoner riecheggia per il salone di Palazzo M.
Già dall'arrivo si capisce che qui si fanno le cose sul serio. Red Carpet, strafighe di hostess che mi accolgono con un sorriso seducente e un paio di gambe esposte sfrontatamente per la gioia dei miei occhi.
All'interno, foto dei più grandi scrittori italiani di genere. Ci sono davvero tutti. A dire la verità preferisco leggere le loro parole piuttosto che guardare i loro volti, non sono il massimo della bellezza anche se alcune laureande con la passione per il giallo sarebbero pronte a qualsiasi cosa pur di ottenere la loro attenzione. Spero sarà così anche per me quando avrò superato i settanta.
Nel salone di Palazzo M. è in corso la presentazione dell'antologia di Giulio Leoni, colui che ha trasformato Dante Alighieri in un investigatore. Sono felice che questa geniale intuizione sia arrivata da un italiano e non dal nsolito americano pronto a saccheggiare la nostra storia e la nostra cultura.
Poi omaggio all'ospite di questa settima edizione, Roberto Costantini, autore dei romanzi "Tu sei il male" e "Alle radici del male". E' suo il racconto che apre l'antologia Giallolatino di cui faccio parte.  
Inaspettata vittoria per un racconto noir sfumato di humor, la scrittura che prediligo, apprezzata anche dai giurati. Il titolo: NERO COME LA MORTE. Di seguito l'incipit.

"Un'ora e tredici minuti. Era tutto qui il tempo che restava da vivere a Tano Vitale, Il Papa, come tutti lo chiamavano. Eppure la paura di morire non era presente nel suo sguardo. In realtà non sapeva cosa fosse la paura. Aveva vissuto sempre a un passo dalla morte, il solo modo per acquisire potere e soldi.Almeno nel suo mondo. Al momento era concentrato nel lanciare nel traffico, alla massima velocità, la sua Porsche 911. Doveva raggiungere in fretta la sola persona che gli aveva dimostrato amore e che si trovava in pericolo di vita."
 
Stretta di mano di Carlo Parri, attestato di riconoscimento, copia dell’antologia e flash. Sì, copia dell’antologia già stampata, come se ci trovassimo in Svizzera o in Giappone. Eppure siamo a Latina. Merito dell’efficienza della macchina organizzativa diretta da Gianluca Campagna. 
E poi gli autori presenti: l'amica Marzia Musneci, Giulio Leoni, Roberto Costantini, Andrea Carlo Cappi, Stefano Di Marino, Carlo Parri e ancora G.Pinketts (direttore artistico), Biagio Proietti (direttore tecnico) e  Franco Forte, direttore collane editoriali Mondadori.

giovedì 12 settembre 2013

Mary Shelley Project Magazine


Domenica 15 settembre alle ore 19.30 a Roma (zona Eur) nell’ambito del FantaFestival di Roma presso il Centro Elsa Morante ci sarà la presentazione della rivista cartacea di cultura gotica/horror MaryShelleyProject Mag. Sam Stoner, nella veste di co-ideatore, direttore editoriale e responsabile del progetto grafico, vi aspetta per un saluto e per sfogliare la rivista insieme alla co-ideatrice e direttrice esecutiva Cinzia Giorgio. All’evento parteciperanno anche i collaboratori romani: Daniela Contini, Paola Pegolo, Elizabeth Sherrinford, Marcello Gagliani Caputo, Marco Proietti Mancini, Arthur Lombardozzi. 
Partecipazione con lo spirito, possibilmente un poltergeist, da parte dei collaboratori esterni:: Rosanna Mele, Antonella Leone e ai fotografi Andrea Talarico Ph e Lucian Olteanu. Presenterà Pier Luigi Manierii, direttore del Centro Elsa Morante. Al termine ricco BUFFET E APERITIVO per tutti i presenti. Ingresso gratuito. http://www.maryshelleyproject.com/

lunedì 24 giugno 2013

RECENSIONI: Massimo Rossi | L'ombra del bosco scarno


 
Interessante primo romanzo dello scrittore Massimo Rossi.
Un giallo supportato da una squadra di livello, costituita da tre abili donne: il suo agente e le sue editrici, Chantal ed Eliana abili nello scovare scrittori capaci e di talento, che ben poco concedono alle mode e alle lusinghe di un mercato editoriale sempre più privo di contenuti.
Ma passiamo al romanzo.
L’impianto è quello di un giallo classico, per quanto molti, compreso l'editore, considerino l'opera un thriller psicologico. La parte psicologica è forte, tuttavia, amio parere, una vittima e l’indagine per scoprire il colpevole collocano il romanzo nel genere Giallo.
Molti sono gli elementi che il capace Massimo Rossi esplora: i legami familiari, il rapporto di coppia, il tradimento, la fede religiosa, la menzogna, la complicità, il razzismo, la diffidenza, la disabilità, l’uso di sostanze stupefacenti, l’ipocrisia, l’omosessualità maschile e femminile, la comunità, l’elemento psicologico.
Eppure, tutto questo si esplicita solo al termine del romanzo. Nel corso della lettura, infatti, questi elementi scorrono via fluidamente, non emergendo dalle pagine ma mostrandosi con discrezione, appartenenti non a personaggi, bensì a persone. Persone che inizialmente mostrano una maschera unidimensionale, permettendo al lettore un'immediata collocazione e riconoscibilità, per poi svelare la propria complessa psicologia.

Un aspetto mi ha colpito, il non uscire mai fuori dalle righe.
368 pagine nelle quali la scrittura di Rossi è salda e sicura. Non una sbandata, una leggerezza, un’ingenuità tipica delle opere prime. Struttura e dialoghi sono sempre ben calibrati.
Notevole lo sviluppo dei personaggi femminili, per i quali è necessario spendere qualche parola in più. Sia la protagonista che le coprotagoniste mostrano una complessità mai raggiunta dai protagonisti maschili. L’indagine psicologica è profonda. Le prime vittime sono le donne, ma sono anche quelle capaci di riscattarsi ed evolversi. Le sole capaci di ascoltarsi e comprendersi, come anche di soccombere a se stesse. La protagonista, Helena, incaricata delle indagini, è il personaggio più forte, ma la sua forza è messa al servizio dei più deboli. Una forza mai ostentata, mai declamata ma presente. Un personaggio del genere in mano a un altro scrittore avrebbe rischiato di diventare una macchietta. Prima o poi una battuta da super eroe sarebbe sfuggita. Non a Rossi, capace di dosare con perizia ogni parola.  
Interessante anche la capacità dell’autore di dirigere con sicurezza decine di personaggi. Davvero molti. Eppure non capita mai di perdersi tra le decine di nomi. Nomi vagamente nordici, che non ci danno nessuna indicazione certa sull’etnia, tanto meno del luogo nel quale si svolge la storia. Eppure non si avverte il bisogno di saperlo, perché la comunità montana nella quale si sviluppa il romanzo non è un “non luogo” bensì una località che tutti, almeno una volta, hanno frequentato. C’è la sensazione di sentirla come familiare, riconoscibile.
La storia scorre fluida, sembra quasi un racconto e non un romanzo di 368 pagine.
Un solo appunto: la difficoltà nelle prime tre pagine di permeare la storia. Tre pagine nelle quali l’elemento naturale e paesaggistico sembra predominare. Del resto il titolo “L’ombra del bosco scarno” a questo elemento rimanda. Tuttavia il luogo è solo apparentemente protagonista della storia, nella quale predominano le emozioni violente e i sentimenti. I veri protagonisti sono l’uomo e la donna, con le loro fragilità e le loro paure.
Lettura consigliata.

 

Titolo: L’ombra del bosco scarno
Autore: Massimo Rossi
Editore: Scrittura & Scritture
Pagine:368
Prezzo: € 15,50

http://www.scritturascritture.it/

lunedì 6 maggio 2013

Sam Stoner presenta Marco Proietti Mancini






da sinistra, Sam Stoner e Marco Proietti Mancini





Roma, via Tiburtina, libreria Arion,
Sabato 4 aprile, ore 18.
Presentazione del romanzo “Gli anni belli” di Marco Proietti Mancini.
Con Sam Stoner.



Peccato per voi che non eravate presenti.

Scintille, giochi pirotecnici, vibranti scosse telluriche hanno animato la platea presente tra gli scaffali della libreria Arion di via Tiburtina. Astanti, chiamati dalla roboante voce di Sam Stoner, hanno assiepato vetrine e atrio. Incantati come Ulisse dal canto delle sirene, si sono fatti sedurre dalla prosa di Marco Proietti Mancini.

Tramonti romani, sapori della cucina di casa, intrecci famigliari, pugni scagliati contro il destino e lacrime d’Amore. Sì, Amore, quello con la A maiuscola. Un Amore che non solo domina il romanzo ma che ha dominato anche l’intero pomeriggio Proiettiano.

Mi sono fatto maschera e attore, oratore e ciambellano, inchinandomi davanti alle parole e ai periodi, alle pagine che scorrevano incessanti nelle orecchie della platea e nelle mie. Deliziati, incantati impossibilitati a condurre il pensiero altrove se non sulla storia di Benedetto ed Elena. Una storia, la loro, che è una favola.
Perché sognare è un dovere al quale non ci si dovrebbe mai sottrarre. Per questo Marco condivide con noi questa storia. Per non farci dimenticare dei sogni e per per donarci emozioni profonde, sempre ammantate dalle vesti delicate e magiche della sua prosa.

In questo pomeriggio di maggio, Marco ha dato tutto se stesso, sudato, sfiancato e felice. Dediche e firme sui tomi acquistati, sorrisi e flash in un sabato che ha segnerà i ricordi dei presenti. Ricordi che avranno con sé dopo aver letto “Gli anni belli”. Forse non lo sanno ancora, ma lo so io. Non hanno scampo. Per loro fortuna.


Per acquistare il romanzo CLICCARE QUI
Per contattare l'autore FACEBOOK

Gli anni belli. Storia d'amore tra le due guerre.
Marco Proietti Mancini
Edizioni della Sera
Pag. 415
Anno 2013
Brossura

 

domenica 7 aprile 2013

RECENSIONI: Fabio Mundadori | Occhi viola


La lettura procede spedita fin dalle prime pagine.

Tutto in questo racconto di circa 100 pagine fila via liscio: la storia, l’indagine, il ritmo, la caratterizzazione dei personaggi: la protagonista è ben definita, il commissario, ironico e cinico, non si sbrodola mai addosso come spesso accade in altri romanzi (non di Mundadori ma di alcuni che pubblicano. Chiamarli scrittori significherebbe sputare in faccia al noir.)

Qualche parola in più bisogna spenderla per il personaggio del bambino.
I bambini sono dei rompicazzi micidiali, complicati da gestire in questi contesti, di solito sono usati per giustificare ingenuità proprie della storia facendoli agire come adulti o ancor peggio si attribuiscono loro dei lampi deduttivi estranei al mondo fanciullesco.
Fabio invece tratteggia con onestà e coerenza il bambino, non è funzionale alla storia, né fa parte. È un bambino sveglio, ma pur sempre bambino. E Fabio lo sa bene.
Qualche parola in più avrebbe invece dovuto spenderla Fabio su Occhi viola, la protagonista, personaggio complesso, la cui psicologia emerge quasi sempre attraverso le sue azioni. Il che va bene, ma sarebbe stato necessario scrivere dei capitoli in flashback. Occhi viola, nel finale, sorprende con decisioni e azioni forti e apprezzabili. Badate, parlo di sorprese non di colpi di scena, quelli che arrivano sulla pagina come conigli estratti dal cilindro dal mago/scrittore di turno. Per fortuna Fabio non ha seguito corsi di magia e così ogni evento narrato è sorretto da una ferrea logica, una struttura che mai sbanda e personaggi coerenti.

Riguardo la struttura.
I capitoli sono molti. Alcuni di un paio di pagine. E quelli dedicati a Occhi viola sono da questa narrati in prima persona. Il tutto però funziona. Si tratta di un montaggio cinematografico che tiene alta la tensione e non confonde mai.

Lo stile è asciutto e al servizio della storia. Fabio si concede qualche licenza letteraria solo nell’incipit, licenza ben riuscita, una scrittura che è nella sua penna eppure Fabio non indulge, come molti altri scrittori italiani di thriller, nelle descrizioni. Descrizioni che detto tra noi spaccano le palle al lettore. (Vedi la descrizione dei fiori nel giardino del laboratorio della scientifica nel primo romanzo di Faletti. Pagine degne di essere presenti in un manuale di giardinaggio.)

Il finale prevede esplosioni e sparatorie, risse e fughe. Molto alla Die Hard, come dice lo stesso Fabio. Tutte scene ben scritte, con un ottima tempistica e un ritmo capace di accompagnare l’azione. La mia scena preferita resta la fuga del bambino e la successiva caccia. Davvero ben scritta.


Fabio Mundadori (Foto di Cinzia Volpe)
La tensione e l’azione sono due elementi che Fabio sa dosare al meglio, tra un proiettile, un’esplosione e un corpo a corpo, ciò che rimane in primo piano sono sempre le emozioni dei personaggi.

Lettura consigliata.
 
Occhi viola
Fabio Mundadori
Ego Edizioni
pag. 100
 
 

 

 

lunedì 1 aprile 2013

Sam Stoner presenta Gli anni belli

 



Giovedì 21 marzo. Ore 18. Biblioteca Borghesiana.
Un ex stalla. Pregevole costruzione riqualificata. Un’oasi culturale nel mezzo di una sempre più violenta desertificazione mentale. Silvio Cinque è la mia guida. Silvio Cinque il maestro di cerimonie. Capelli canuti e un entusiasmo da adolescente. Soprattutto passione. Passione per la propria missione: allevare i bambini del quartiere a suon di libri e farne teste pensanti e non carcasse logore di arrivismo.
Dopo di me, colui deputato a presentare, arriva l’autore con famiglia a seguito. Poi arriva la platea. Occhi curiosi, occhi che hanno letto molto. Sarà una passeggiata fargli piacere il romanzo, sarà complicatissimo mantenere viva la loro attenzione, ma sono preparato. Ho messo da parte tutte le emozioni che Gli anni belli mi hanno donato. E con le emozioni non si scherza. 
 
Basilica S. Lorenzo, 1930, Roma

Si parte. Sfodero i primi assi nella manica. Coinvolgo l’autore. Cito pagine inaspettate. Leggo periodi che spiazzano, periodi che narrano dell’emozione dei protagonisti e poco della storia. Perché Gli anni belli è prima di tutto Emozione e solo dopo una storia.

Pagine che scorrono veloci sotto lo sguardo impaziente. Parole, migliaia, che creano universi fino allora sconosciuti. Parole che costruiscono il ricordo di emozioni. Le strade di Roma, il suo cielo al tramonto che sembra dipinto di fresco, il quartiere di San Lorenzo con le botteghe aperte e le donne sedute a parlare e sparlare del quartiere e di chi ci abita, estranee a tutto il resto, perfino alla guerra. L’odore dei panifici e del pane caldo, il profumo del latte messo a bollire al mattino e che si diffonde per casa.
Codifica sensazioni e ricordi. Ecco cosa fa Marco Proietti Mancini, attinge alla memoria di ognuno, a un quotidiano a volte perso e che meriterebbe essere recuperato per poi adagiarlo sulle pagine, come farebbe un padre con il figlio che dorme, attento a non svegliarlo, attento a preservare i suoi sogni. La famiglia prima di tutto. Gli affetti che diventano pilastri di una vita altrimenti incomprensibile.

Emoziona la sua scrittura. Ma non si tratta dell’emozione di un cadavere che penzola da un palazzo, è quella più delicata e quasi impalpabile dell’amore profondo. Quella che non si dimentica più.

Biblioteca Borghesiana, Roma
 
Lui, Marco, inganna chi legge, suggerisce una storia tra due giovani innamorati per poi rivelare, solo alla fine, l’affresco di molte vite, l’abbraccio che non molla la presa delle sue parole. Ed ecco arrivare la speranza, il sogno, il tornare bambini e diventare adulti, i riti di passaggio, gli addii, il ritrovarsi, il vibrare di anime e di speranze.
Alla fine capisco che non devo convincere nessuno a leggere questo romanzo, posso suggerire di farlo, sottovoce, quasi geloso di condividerne l’emozione. Un sussurro che ognuno in sala coglie. Perché si sa, i sussurri del cuori non si perdono mai.

 


 
Gli anni belli
Marco Proietti Mancini
Brossura
Pag 420
Edizioni della Sera

 

 

 

 

venerdì 22 marzo 2013

Mr Noir dei miei coglioni

di Sam Stoner

Ecco come ci si sente dopo aver scritto un fottuto capolavoro senza che un solo Tg nazionale ne parli. Anche se detto tra noi, non passeranno 24 ore che elemosinerò una recensione su un qualsiasi giornaletto di quartiere. Ieri per la prima volta ho fatto entrare in casa un testimone di Geova con l’intento di vendergli il mio racconto. Abbiamo iniziato con il vedere le immagini di orsi che leccano miele dalla mano di ragazzine e siamo finiti con il vedere le foto delle infermiere sexy scartate per la locandine del racconto. Pensavo ormai di averlo in mano ma il pivello è riuscito a estorcermi un abbonamento annuale alla sua rivista in cambio di un acquisto su Amazon.
Per festeggiare ho ritagliato una corona da una scatola di scarpe e ho stappato un Tavernello in tetrapack.
Ora se tu stai leggendo questo post e non hai acquistato il mio racconto a 1 fottuto euro virgola 49 fottutissimi centesimi allora sei un gran bastardo. E te lo dico con il cuore.
Per la miseria, ci ho messo dentro uno stupro, una transessuale, un cinghiale selvatico, un’infermiera troia, un branco di naziskin, una suora sessualmente pervertita, criminali sloveni ed ELVIS PRESLEY!
Cosa volete ancora? Non siete altro che delle sanguisughe!
Basta, me ne torno a scannocchialare la dirimpettaia che ha l’abitudine di stare per casa mezza nuda.
 

 

 

venerdì 1 marzo 2013

Corpifreddi e Sam Stoner


 
Sangue, risate e morti.
Mi piace giocare con il fato essendo io il solo e unico dio della mia pagina.
Ed ecco Elvis Rosso Sangue, il racconto lungo che ho spedito al concorso Corpifreddi.
Primo classificato.
Mi vanto, mi do pacche sulle spalle, lancio baci allo specchio. Celebro il mio Ego con lanci di monete di cioccolata.
Un anno. Dodici mesi. Quarantotto settimane per arrivare alla pubblicazione. Neanche per un parto alieno.
Ora è arrivato.
10.03.2013
Sconquasserò il mondo noir romano.
Io il nuovo fottuto Re di Roma.
Alloro sulla mia testa!

martedì 19 febbraio 2013

Il Re torna con un crime!

JOYLAND questo il titolo del nuovo romanzo di Stephen King in uscita mondiale per il prossimo 4 giugno.
 
In Italia sarà pubbicato da Sperling con traduzione di Giovanni Arduino.
 
Un crime per il Re, comunque non a digiuno di questo genere, letto con avidità negli anni dell'adolescenza e praticato nel corso degli anni con ottimi risultati. Ricordiamo: Colorado Kid, 1922 (presente in Notte Buia, niente stelle), La morte di Jack Hamilton (presente nella racconta Tutto è fatidico) e l'ottimo crime Torno a prenderti.
Questa scelta è frutto dell'accordo con la casa editrice Hard Case Crime specializzata nella pubblicazione di opere Hard Boiled, non a caso il racconto Torno a prenderti fu pubblicato proprio con la stessa casa editrice.
La storia è ambientata in un parco divertimenti del Nord Carolina, nell'anno 1973, e riguarda un giostraio che deve affrontare "l'eredità di un crudele assassino e il destino un bambino morente".
 
 
 

lunedì 18 febbraio 2013

Presentazione del mio racconto "L'amore, questo bastardo"

Da sinistra, Cristiana Iannotta e Sam Stoner


Presentazione “L’amore questo bastardo” di Sam Stoner
Roma, 14 febbraio 2013
Centro Culturale Elsa Morante

Digressione brillante dai miei consueti binari Noir. Sì, mi sono concesso una piccola ma fruttuosa vacanza partecipando a un concorso per racconti brillanti sull'amore. Ovviamente non nutrivo alcuna speranza, il solo intento era accettare l'invito di una carissima amica Roberta Gregorio.
Ho scritto, ho inviato, ho vinto: 3° posto. Niente male come esordio in un genere per me nuovo.

E' seguita la pubblicazione in ebook e la presentazione che non sarebbe potuta avvenire se non il giorno degli innamorati, vista la matrice dissacrante e cinica del mio racconto amoroso.

Avevo sperato in una presentazione che avesse poco di istituzionale e che fosse più un alternarsi di riflessioni sull’amore, da parte mia e delle persone presenti. Così è stato.
Atmosfera allegra e ironica. Ci siamo concessi qualche pensiero importante, venuto sia dalle donne che dagli uomini, ma solo qualcuno.

Ho parlato delle mie tragiche esperienze amorose, il che spiega in parte le mie esternazioni sull’amore e il tono cinico nei racconti, e di come io ne sia uscito fuori. Uscito fuori… si fa per dire.
Ho letto qualche pagina de L’amore questo bastardo, ma non le pagine più ciniche a detta di alcune lettrici presenti. Questo avvalora il diverso punto di vista maschile e femminile.

Molti visi amici, qualche scrittore (eravamo in sei), molte belle donne, bisogna dire che il livello medio di beltà ha registrato picchi inesplorati, molte teste pensanti, il che unito ai corpi tutte curve faceva delle presenti delle donne moooolto pericolose.

Sul palco, cari amici che hanno accettato il mio invito. Cristiana Iannotta autrice dell’opera “Senza rete di protezione”, esilarante racconto sulla vita di coppia e del tentativo di avere un bambino visto sia dal punto di vista femminile, decisamente pragmatico, e di quello maschile, a dir poco sognante. Poi la scrittrice Cinzia Giorgio, a giorni uscirà il suo giallo L’Enigma Botticelli, finalista al premio tedeschi 2012, e il direttore del Centro Pier Luigi Manieri, scrittore e saggista.

Con il mio racconto ho indagato alcuni meccanismi propri dell’approccio e delle prime uscite di coppia, con il racconto di Cristiana siamo passati al matrimonio e all’avere un bambino. Un filo narrativo interessante che ha in comune la visione dell’uomo nella veste di compagno come fantasma, un ectoplasma che quando agisce incasina le cose. Meglio che pensi a vedere le partite e il gran premio e che vada a giocare a calcetto.

Per tutto il resto ci pensa la donna. Decide anche se e come stare insieme. Decide quanto e quando e se sposarsi. Insomma, noi uomini non siamo in grado di andare oltre alla rosa regalata per le feste comandate e al sesso. E a dire la verità, già solo ricordarsi la data di un anniversario la vedo una sfida importante.

Ringrazio Claudio Biondi, Marco Proietti Mancini, Pier Luigi Manieri e Pietro Alercia (sì, prima gli uomini e poi le donne!) e poi Cinzia Giorgio e Cristiana Iannotta, Alessandra Rinaldi , Elisabetta, Luigina Bongo e Paola Barbuto, Alessia Zarrelli, Daniela Floreani, Graziella Passeri, Francesca Staiti, Barbara Petrocchi e quanti con la loro presenza hanno contribuito a rendere piacevoli e divertenti le due ore passate a disquisire d’amore.
Scarica la versione ebook del racconto a soli 0,99 euro sul sito ufficiale http://lamorequestobastardo.blogspot.it

sabato 19 gennaio 2013

La mia amata rivista gotica MSP Mag



Mary Shelley Project Magazine.
Il numero due del periodico di cultura gotica più seguito in Italia è finalmente on line.
Il vostro odiato Sam Stoner (Direttore Editoriale) e Cinzia Giorgio (Direttore Esecutivo) sono gli ideatori della rivista.
Abbiamo atteso qualche mese di troppo ma a giudicare dai risultati ne è valsa la pena.
Il magazine si può trovare in:
oppure si può leggere sulla piattaforma Issuu http://issuu.com/mspmagazine/docs/mspmag2
sfogliandolo come una vera e propria rivista.
Nelle prossime settimane i più fortunati riceveranno una copia cartacea, chi ne desiderasse una potrà richiederla scrivendo a maryshelleyproject2011@gmail.com

Questo numero, più importante con una foliazione di 68 pagine e più ricco nei contenuti rispetto al primo, apre con Ann Radcliffe (regina del gotico inglese) protagonista della rubrica Interviste dall’oltretomba curata dalla scrittrice Cinzia Giorgio, che ci offre anche un interessante ritratto di Mary Elizabeth Maxwell Braddon, capostipite della letteratura gotica; per Focus on l’esclusiva intervista a Giulio Leoni, indiscusso maestro del giallo storico. Marcello Gagliani Caputo, per il cinema gotico/horror, offre un parallelo tra  il Dracula di due grandi registi Browning e Coppola, e Salvo Zappulla, direttore della casa editrice Merino Nerella, intervista Barbara Baraldi, una delle più importanti esponenti della narrativa gotica contemporanea. Grazie alla collaborazione con Daniela Contini e Antonella Leone di Full Frame (http://www.fullframeallinyourhead.com) il MSP Mag accoglie in esclusiva, nelle proprie pagine, gli scatti gotici dei più creativi fotografi contemporanei: in questo numero Andrea Talarico.

Per  l’arte gotica, Rosanna Mele continua il suo viaggio nell’inquietudine con Francisco Goya mentre Paola Pegolo indaga le figure della donna lupo, la vampira e la vamp. Ancora cinema con la recensione di Vestito per uccidere di Brian De Palma a cura di Arthur Lombardozzi e de La Chiesa di Michele Soavi curato da Elizabeth Sherrinford. Sonia Paolini intervista Serena Bono autrice del saggio Origine e diffusione del vampirismo. Infine, le recensioni della Biblioteca di Alessandria con Leopoldo Lugones, Marion Zimmer Bradley, Muse ribelli e La notte di Villa Diodati di Mary Shelley.

Per qualsiasi informazione
visitate il sito ufficiale www.maryshelleyproject.com
visitate la pagina Facebook Mary Shelley Project
oppure scassate le palle al qui presente Direttore Editoriale di Mary Shelley Project Magazine.
Buona lettura.
 

lunedì 7 gennaio 2013

Sam Stoner si racconta attraverso il cibo


 
 
Grazie a Federica Gnomo per avermi ospitato nel suo blog Gnomo sopra le righe all'interno della rubrica "In cucina con lo scrittore". 
 
Non so che ritratto sia uscito di Sam Stoner, ma di sicuro Federica è riuscita a mostrare alcuni aspetti inediti della mia persona e anche qualche curiosità.

La prima domanda di rito è: le piace mangiare bene? E cucinare?
Mangiare è un’esperienza mistica. Misteriosa e totalizzante, capace di sedurre sensi, ragione e cuore. C’è un che di erotico. Quindi sulla mia tavola c’è solo il meglio, sempre. E mi piace cucinare, è una sorta di sofisticato autoerotismo culinario...

Il resto dell'intervista al link seguente

domenica 23 dicembre 2012

Presentazione a Roma delle Cronache dalla fine del Mondo

Sam Stoner e Laura Costantini

di Sam Stoner
Venerdì 21/12/2012 alle ore 18 al Centro Culturale Elsa Morante (piazzale Elsa Morante, Roma) per il ciclo “lo scrittore contemporaneo” si è tenuta la prima presentazione ufficiale dell'antologia “Cronache dalla fine del mondo” curata da Laura Costantini.
All'evento erano presenti, oltre alla curatrice dell'antologia e all'editore Francesco Giubilei, alcuni dei 25 autori: Enrico Gregori, Francesca Montomoli, Aurelio Raiola, Marco Sisi, Sam Stoner, Giovanni Stoto.
La presentazione, iniziata con un cappello introduttivo del direttore del centro culturale Pier Luigi Manieri, è proseguita con una piacevole intervista/conversazione con ognuno degli autori presenti seguita dalla lettura di un brano tratto da ciascun racconto.
Atmosfera calda e accogliente, quella del Centro Elsa Morante. Poltrone comode, bar, esposizione di dipinti a far da cornice alla sala. Volti amici come quello di Pier Luigi Manieri, direttore del centro ma anche autore di saggi cinematografici, racconti e romanzi, e di Laura Costantini, curatrice dell’antologia, giornalista e scrittrice. Per non parlare del pugno di cronisti apocalittici in sala e della presenza a sorpresa della più spietata delle selezionatrici dell’antologia, la scrittrice Loredana Falcone che ha decapitato 75 dei cento racconti pervenuti alla redazione di Historica Edizioni.
Due ore volate via, più veloci delle astronavi presenti nei racconti dell’antologia, chiuse dai ringraziamenti dell’editore Francesco Giubilei, probabilmente il più giovane editore italiano.
Alla prossima.